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Covid, Padre Sosa (Gesuiti): "Curare anche la democrazia"

30 luglio 2020 | 17.11
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"Parecchi Paesi hanno sfruttato questa pandemia per cambiare la politica migratoria nella direzione di restringere il passaggio dei migranti"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

di Enzo Bonaiuto
Nel tempo di emergenza per il coronavirus, oltre alla pandemia da Covid-19 occorre curare anche la democrazia, contro i rischi reali derivanti dalla tentazione ricorrente ai personalismi politici e al ricorso a sistemi autoritari. E' quanto avverte padre Arturo Sosa, preposito generale della Compagnia di Gesù, intervistato da Vatican News alla vigilia della festa liturgica dedicata a Sant'Ignazio da Loyola, fondatore dell'ordine religioso dei Gesuiti.

"Noi sperimentiamo le conseguenze sociali di questa epidemia, che è senz'altro un problema sanitario, che forse sarà superato; ma le conseguenze sociali, economiche e politiche, sono veramente qualcosa da prendere molto sul serio", è il monito del 'papa nero' che esorta a "trasformare le strutture sociali palesemente ingiuste".

Sottolinea padre Sosa: "Una delle vittime della pandemia potrebbe essere la democrazia, se non abbiamo cura della nostra condizione politica. In questo momento, prendere la strada dell'autoritarismo è la grande tentazione di tanti governi, anche di governi cosiddetti democratici".

Ad esempio, osserva la guida dei Gesuiti, "parecchi Paesi hanno sfruttato questa pandemia per cambiare la politica migratoria nella direzione di restringere il passaggio dei migranti o la accoglienza dei migranti, il che è un grandissimo sbaglio se consideriamo di voler rendere il mondo più fraterno e giusto. In questo momento, discriminare nuovamente i migranti è un grande pericolo e sarebbe il segno di un mondo che non desideriamo".

Anche sul tema del lavoro, sottolinea padre Sosa, "ci sono tantissime imprese che sfruttano questa occasione per licenziare operai o ridurre il salario o non per non pagare quello che si deve pagare o per ridurre i benefici pubblici per la salute. Insomma: la pandemia è una occasione per fare dei passi in avanti o per fare dei passi indietro e noi dobbiamo esserne molto consapevoli, come Chiesa cattolica e come persone impegnate per la giustizia e la pace, in modo da costruire una società più accogliente, più democratica".

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