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Renzi: "Salvini più che dai giudici va salvato da se stesso"

31 luglio 2020 | 16.40
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Il leader di Italia Viva all'indomani del voto del Senato: "Garantismo non è evitare processi ma seguire le regole"

Foto Fotogramma
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"Salvini mi ha attaccato pesantemente sul piano personale. Temo che, viste le recenti esternazioni su Mes e su Covid, più che dai giudici il senatore Salvini dovrebbe essere salvato da se stesso". Lo scrive Matteo Renzi nella sua ultima enews all'indomani della decisione del Senato di concedere l'autorizzazione a procedere nei confronti del leader leghista per il caso Open Arms.

"Chi dice che dovevamo salvare Salvini in nome del garantismo non si rende conto che il garantismo non significa evitare i processi, ma significa seguire le regole: in caso di reato ministeriale bisogna seguire l’articolo 96 della Costituzione, non le proprie impressioni. E, come ho detto in Aula, se domani fosse richiesta l’autorizzazione a procedere per lo stesso reato contro l’altro ex ministro interessato, Toninelli, non avrei dubbi a votare nello stesso identico modo. Noi abbiamo studiato le carte, fino in fondo, per bene. Non si va per simpatia, su queste cose: si studia", sottolinea Renzi.

"I populisti -aggiunge il leader di Italia Viva- pensano che sia tutto un tweet: sì, no, certo. Le persone serie invece approfondiscono: per salvare Salvini avremmo dovuto dire che tenere 200 persone ostaggio in mezzo al mare era una scelta che rispondeva a un interesse costituzionalmente tutelato. Secondo me, invece, Salvini lo faceva per strumentalizzare il tema immigrazione, per esigenze di visibilità personali e di partito. Perché, se blocchi un barcone per qualche giorno, non stai diminuendo il numero degli sbarchi, stai solo aumentando il numero dei tuoi followers".

Secondo Renzi, inoltre, esiste "un grande tema giustizia - e chi sente l’intervento ascolterà parole molto dure su questo punto, dalle intercettazioni alla vicenda Berlusconi, dalle correnti della magistratura al finanziamento alla politica - ma che vada affrontato in modo serio, organico. Sia ieri che il 12 dicembre scorso, io mi sono alzato in Parlamento per ribadire questo concetto nella sede più alta e più idonea. Noi ci abbiamo messo la faccia, come sempre. Siamo gli unici che parlano di intercettazioni illegali, di utilizzo venezuelano dei Trojan, di invasione di campo tra magistratura e politica. E siamo gli unici che si chiedono pubblicamente, in Parlamento, se oggi un magistrato bravo non iscritto a una corrente può fare carriera al pari di chi è sostenuto dalla propria corrente. E continueremo a farlo".

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