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Cossiga, Chessa: "Un riformatore, intuì la caduta Muro di Berlino"

16 agosto 2020 | 16.08
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Secondo il giornalista e storico Pasquale le riforme di cui parlava Cossiga “furono fraintese"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

A dieci anni dalla morte di Francesco Cossiga “viene da chiedersi cosa avrebbe detto della politica attuale. Ma questa è pura fantasia. Invece c’è un punto che ci dice quanto sia stato importante il presidente Cossiga nella storia d’Italia: cioè l’idea che le riforme costituzionali fossero il motore per far diventare l’Italia un Paese normale”. Lo spiega all’Adnkronos il giornalista e storico Pasquale Chessa secondo il quale le riforme di cui parlava Cossiga “come sappiamo furono fraintese, ricordiamo tutti le polemiche che provocò il discorso alle Camere. Eppure, ancora adesso, voteremo un referendum per la riduzione dei parlamentari: piccola riforma costituzionale che niente ha a che vedere con il grande progetto riformatore di Cossiga”.

Per Chessa “a dieci anni di distanza l'insegnamento di Cossiga è anche presente per altri aspetti: ad esempio per il passaggio cruciale costituito dalla fine della divisione provocata dal Muro di Berlino che l'ex presidente della Repubblica in qualche modo intuì sapendo perfettamente che quel passaggio era un altro punto cruciale che bisognava governare per poter ridare all’Italia una strada che sembrava, e sembra ancora, proibita dal punto di vista politico. Questo elemento, ovvero il passaggio che rendeva necessaria un’unione nazionale diversa, oltre ogni ideologia, derivava da quello che era stata la figura di Moro, l’ispiratore di politiche di comune interesse nazionale, con tutta la tragedia che ha rappresentato per Cossiga”, conclude Chessa.

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