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Referendum, Sardine si schierano per il no: "Non possiamo tacere"

18 agosto 2020 | 20.30
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Referendum, Sardine si schierano per il no:

"Il 20-21 settembre saremo chiamati alle urne per votare una riforma costituzionale. Riforma che va a modificare profondamente il nostro Parlamento. Tagliando il numero dei parlamentari si mettono in discussione le fondamenta della democrazia parlamentare, con la sua capacità di esprimere il pluralismo e la complessità della società. In un modello maggiormente orientato alla decisione che alla discussione (come quello cui stiamo andando incontro negli ultimi anni) verrà sminuito uno degli elementi imprescindibili della cosa pubblica. Il problema attuale dei nostri rappresentanti non è il sovrannumero, come i populisti vogliono farci pensare, ma la qualità del dibattito e della classe dirigente. Quindi vi diciamo la nostra. Ecco quattro motivi tra tanti per cui voteremo no". Così su Facebook il movimento 6000 Sardine.

Primo motivo, scrivono, "c'è un problema di rappresentanza. Il suo fine ultimo è quello di favorire l’identificazione tra elettori ed eletti. Il parlamentare è fondamentale perché deve portare la voce dei cittadini nelle istituzioni. Con il taglio dei parlamentari verrebbe fortemente indebolito questo principio e con lui la centralità del Parlamento. Secondo - proseguono - 1,35 euro "non è risparmio. Riducendo i parlamentari a una voce di costo si fa un grave errore. La democrazia e la libertà non si svendono in cambio di un piatto di lenticchie. La democrazia non è economica né a buon mercato. Terzo, "la chiamate efficienza? Molte leggi sono state varate in tempi brevi, ma questo è sinonimo di efficienza? Le discussioni parlamentari sono un valore e la velocità esecutiva non è efficienza se sacrifica la rappresentanza democratica".

E infine, il quarto: "Le leggi elettorali passano e la riforma costituzionale resta. Chi ci dice - scrivono - che con un proporzionale puro con sbarramento al 5% tutto si sistemerà, mente. Mente perché la legge elettorale è una norma ordinaria e non sarà inserita nel testo referendario: le leggi elettorali in Italia passano più o meno come i governi se pensiamo che dagli anni ‘90 abbiamo visto susseguirsi ben tre leggi elettorali. La Costituzione resta. Per queste e tante altre ragioni le Sardine si schierano per il no, contro questa riforma demagogica e dannosa".

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