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Salvini scrive a Casellati: "Intervenga per riportare Chico Forti in Italia"

21 agosto 2020 | 14.07
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Il leader della Lega: "Questa vicenda non ha colore politico, Per riportarlo in Italia un Suo autorevole intervento avrebbe una rilevante importanza"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

"Desidero richiamare la Sua attenzione sul caso giudiziario di un cittadino italiano, il trentino Enrico 'Chico' Forti, del quale Lei probabilmente conoscerà già la tragica vicenda. Enrico Forti è rinchiuso in un carcere di massima sicurezza di Miami ormai da più di venti anni. Il 15 giugno 2000 Chico è stato condannato all'ergastolo per un delitto del quale si è sempre professato innocente". Inizia così la lettera del leader della Lega Matteo Salvini al Presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati, per sostenere la causa del rientro in Italia di Chico Forti, cittadino italiano in carcere negli Usa. "La pena inflitta dal giudice, dopo un processo sommario - ricorda Salvini - è stata quella della condanna all'ergastolo senza sconti. Enrico Forti uscirà di prigione solo da morto".

"La sentenza - prosegue il leader della Lega - ha lasciato esterrefatti i presenti e quanti avevano seguito il dibattimento processuale, increduli che una giuria avesse potuto emettere 'oltre ogni ragionevole dubbio' un verdetto di colpevolezza sulla base di flebili, confuse e fantasiose prove circostanziali. Per dimostrare la sua innocenza sono stati presentati numerosi ricorsi a tutti i livelli delle varie Corti di Appello statali dello Stato della Florida. Alla base delle richieste c'è tutta una documentazione atta a dimostrare che si è trattato di un clamoroso errore giudiziario e che Enrico Forti è stato condannato ingiustamente. Tutte le richieste di appello sono state però respinte senza discussione e senza opinione. In questa drammatica situazione, l'unica speranza di Enrico Forti è quella dell'intervento diplomatico del Governo Italiano".

Nell’autunno scorso, fa notare Salvini, "il ministro Di Maio e il sottosegretario alla Presidenza Riccardo Fraccaro, hanno dichiarato che lo Stato italiano ha avviato una procedura per riportare in Italia Forti, sia pure come detenuto. La procedura da seguire è quella prevista dalla Convenzione di Strasburgo sottoscritta dagli Stati Uniti e dall’Italia nel 1983 e ratificata dall’Assemblea federale americana nel 1987. Questa Convenzione prevede che se lo 'Stato di esecuzione' (Italia) fa richiesta allo 'Stato di condanna' (Usa), il trasferimento dovrebbe essere concesso. C’è un iter burocratico da seguire e, come primo punto, ci deve essere il consenso del Governatore della Florida. Ed è per questo che mi rivolgo a Lei, onorevole Casellati, per un Suo autorevole intervento presso il governatore Ronald Dion DeSantis (italo abruzzese) affinché faccia questa concessione in tempi brevi, dal momento che Forti è al limite della sopportazione umana dopo più di venti anni di reclusione nelle terribili carceri americane".

"Del caso - afferma il leader della Lega - si stanno interessando molte persone della politica, del giornalismo, del mondo dello spettacolo e numerosissimi cittadini italiani. E’ stata anche interessata l’attuale Consigliera per gli affari politici dell’Ambasciatore americano Lewis Eisenberg, signora Kimberly Krhounek. Io credo che un Suo intervento o una lettera come Presidente del Senato della Repubblica Italiana, avrebbe una rilevante importanza presso il Governatore della Florida. Questa vicenda non ha colore politico e credo che sia giusto che il governo italiano agisca in difesa di un suo cittadino in estrema difficoltà all’estero e faccia valere i suoi diritti. Enrico Forti ha sempre rigettato ogni forma di patteggiamento, forte della sua innocenza. E la dignità dimostrata in tutti questi anni di reclusione fa onore alla fierezza di essere italiano. All’epoca della sua condanna Chico aveva tre figli in tenera età e una madre (ora novantaduenne), che ha visto una sola volta da allora".

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