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Santori: "Fiducia in Conte ma serve nuova stagione della sinistra"

10 settembre 2020 | 19.26
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Il leader delle Sardine all'Adnkronos: "Speriamo in un incontro col premier. Il referendum? Sì scelta irresponsabile del Pd"

(Fotogramma)
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di Francesco Saita

Promosso Conte, bocciati Di Maio e Salvini. E soprattutto evitare di accostare il referendum a questo esecutivo. E' questo il pensiero di Mattia Santori, leader della Sardine. "Conte e Di Maio sono due persone diverse, sotto ogni punto di vista", dice all'AdnKronos, sottolineando come il giudizio del suo movimento sul premier Conte resti positivo, nonostante le distanze tra Sardine e partiti di governo, in tema di referendum.

Poi Santori ricorda che con Conte c'era stata la promessa di incontrarsi, dopo un primo appuntamento "c’è stato il Covid che ha interrotto il dialogo. Siamo sempre disponibili ad incontrare il presidente Conte, speriamo accadrà presto". "Il governo - ricorda - ha gestito una pandemia globale, non proprio una situazione ordinaria. È riuscito nella trattativa europea del recovery fund, ora arriverà il bello: spendere quei soldi per una vera ricostruzione. Quindi, certo che rinnovo la fiducia al governo".

"Il punto - tiene a precisare Santori - è che questo referendum non riguarda questo governo, perché dovrebbe? Questa riforma è stata voluta da Di Maio e da Salvini, è un’eredità".

E ricorda che "il 13 saremo in piazza Santi Apostoli, a Roma, per dire no al referendum con tante altre realtà, tutto il fronte del no riunito. Il significato della scelta è la responsabilità: non potevamo lasciar agire indisturbato chi compiva un attentato alla cosa pubblica, alla sovranità popolare". E sulla scelta di prendere una posizione diversa dalle forze di governo, dal Pd e dal M5S dice: "Uno strappo con il partito democratico? Se implicherà delle conseguenze lo dirà la storia, noi non ci siamo minimamente chiesti a cosa andavamo incontro prendendo una posizione diversa dal partito di Zingaretti, perché non ci riguarda, non dipendiamo dalle loro scelte irresponsabili fortunatamente. Abbiamo solo pensato al bene del Paese, a cosa fosse giusto fare".

Del resto, rimarca il leader emiliano, "Saviano ha ragione e non è il solo per fortuna, sembra evidente che ci sia bisogno di una nuova stagione a sinistra. Dopo aver rinnovato i finanziamenti alla guardia costiera libica e al memorandum, i decreti sicurezza stanno ancora là, lo ius culturae non è stato più proposto", accusa Santori: "Ora dal partito arriva il sì al referendum, è legittimo pensare che anche chi era vicino al partito possa perdere la pazienza". E sull'ipotesi di un avvicendamento al vertice del partito con Stefano Bonaccini il capo delle Sardine ricorda pensa che il problema non sia nel vertice. "Al Pd non servono nuovi leader, serve nuova linfa, serve un partito che dia voce alla sua base".

Quanto all'aggressione subita ieri dal leader della Lega Matteo Salvini in Toscana, Santori è netto: "Dal momento che una certa politica insegue il consenso, vive di questo e per questo, abusando di un linguaggio verbale e non verbale violento, davanti alla provocazione continua, non è inverosimile né improbabile, imbattersi in comportamenti di risposta violenti".

"Probabilmente - spiega - però se si costringe il confronto a livelli elevati, sui contenuti e non sugli slogan, è di certo minore il rischio che si scada in comportamenti aggressivi". "Ecco perché da sempre sono sostenitore dell’idea che la violenza, in tutte le sue forme, non sia risolutrice di conflitti, bensì fautrice di essi", conclude Santori.

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