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Dalle aggressioni alle minacce di morte, la 'calda' campagna elettorale di Salvini

11 settembre 2020 | 18.56
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(Fotogramma)
(Fotogramma)

L’aggressione subita da Matteo Salvini pochi giorni fa a Pontassieve (Fi), dove una 30enne del Congo gli ha strappato camicia e rosario urlandogli "io ti maledico", è solo l’ultima di una lunga serie di aggressioni verbali, unite a minacce di morte, che il leader della Lega ha dovuto incassare in questi mesi di campagna elettorale. Nei primi giorni di giugno, per esempio, Salvini, ospite all'Aquila, è stato contestato da decine di giovani studenti che intonavano "Bella ciao". Per raggiungere la sede della Lega, Salvini ha dovuto cambiare percorso.

Pochi giorni dopo è stato lo stesso Salvini a denunciare di aver ricevuto messaggi di morte, più precisamente qualcuno gli ha scritto: "Occhio a tirare la corda, che prima o poi lo trovi quello che ti spara in testa". Ancora nelle stesse settimane, poi, nuove minacce di morte da un utente Instagram, che in un post ha scritto: "Mettiamo Salvini a testa in giù, è quello che si merita". A fine giungo, invece, Salvini è stato accolto con urla, lanci di bottiglie a Mondragone, tanto da essere costretto a rinunciare all’intervento pubblico.

A luglio scritte anonime contro il leader della Lega sono comparse sui muri di Santa Maria Capua Vetere (Ce), mentre pochi giorni dopo, stavolta a Martina Franca, in Puglia, alcune persone hanno urlato a Salvini "scemo, scemo". L’episodio successivo si è verificato a Gallipoli, quando durante un comizio centinaia di simpatizzanti delle Sardine, sventolando bandiere di Rifondazione comunista e dell’Anpi, si sono rivolti al leader del Carroccio urlando "vergogna", fischiando ed esponendo uno striscione con su scritto "giù le mani da Gallipoli".

Negli stessi giorni, a Ceglie Messapica (Brindisi), un gruppo di giovani ha contestato Salvini al grido di "chi non salta è un leghista" e urlando epiteti di ogni genere. Ad inizio agosto, poi, Salvini è stato aggredito verbalmente anche a Ventimiglia, quando una settantina di persone hanno mostrato cartelli con su scritto "abbatti i confini, abbatti Salvini". Scenario simile ad Empoli l’8 agosto, quando militanti dei Centri sociali, fra cui il "Csa Intifada", lo hanno accolto al grido di "fascisti tornate nelle fogne" per poi tentare di raggiungere il luogo dove Salvini avrebbe tenuto il suo comizio.

Dopo Ferragosto, poi, Salvini è stato accolto da fischi anche a La Spezia, quando centinaia di persone hanno esposto cartelli con su scritto "un saluto da Scanzi", oppure "sei solo un foodblogger", e ancora "mojito e Papeete salvatori del Paese". Il 21 agosto sono state le Sardine a contestare Salvini a Pontedera, con uno striscione su cui si leggeva "la Toscana non si Lega", e con le parole del portavoce pisano delle Sardine: "Il nostro è un messaggio alternativo a quello leghista carico d'odio, loro sono un branco agiscono per colpire un singolo, noi invece siamo uniti".

Contestazioni per il leader della Lega anche a Colle val D’Elsa (Siena), quando una decina di persone hanno urlato: "Mettiti la mascherina, ladro". L’1 settembre, poi, alcune persone hanno manifestato a Savona con cartelli su cui c’era scritto "chi vota lega non capisce una se..", ma anche urlando "buffone, restituisci i soldi". Poi è stata la volta di Genova, quando Salvini è stato insultato da alcuni ragazzi che così si sono rivolti al leader della Lega: "Salvini carogna torna nella fogna", oppure "fuori i fascisti dalle città". Infine, l’aggressione fisica e lo strappo della camicia e del rosario.

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