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Referendum, bufera M5S per post con Salvini e Meloni

15 settembre 2020 | 15.39
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Referendum, bufera M5S per post con Salvini e Meloni

Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Nicola Zingaretti. Tutti testimonial del Sì al referendum sul taglio dei parlamentari del 20 e 21 settembre, ma a pagare per la sponsorizzazione dei post con il loro volto, su Facebook, è il gruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera. Scoppia la polemica, dentro e fuori il M5S, per alcuni post sponsorizzati dalla pagina Fb 'Io voto Sì', in cui l'immagine dei leader di Lega, Fratelli d'Italia e Partito democratico viene utilizzata per sostenere le ragioni della riforma cara al Movimento 5 Stelle.

Come si vede negli screenshot circolati nelle ultime ore, a finanziare la pubblicità di questi post (con l'obiettivo di favorirne la circolazione e raggiungere un numero sempre maggiore di potenziali elettori) è il gruppo M5S a Montecitorio. "Ma il Movimento 5 Stelle sta facendo campagna elettorale per Salvini? E lo chiamano pure capitano!", osserva, incredulo, il deputato grillino Andrea Colletti, schierato per il No al referendum. Anche nelle chat interne molti eletti non nascondono malumori e perplessità per quello che viene definito un "autogol" politico e comunicativo.

"Molto semplicemente", spiegano all'Adnkronos fonti parlamentari grilline, "è una strategia per raggiungere pubblici non nostri, ricordando le posizioni prese, e i voti dati, dai loro leader di riferimento" proprio in un momento in cui le forze di centrodestra "spingono il No sotto traccia per dare la spallata al governo". Al momento, puntualizzano le stesse fonti, il gruppo M5S ha speso circa 2mila euro per sponsorizzare i post in questione.

Su Fb gli ex esponenti del M5S cavalcano la vicenda e provano a togliersi qualche sassolino dalla scarpa. "W la trasparenza. Ecco come il gruppo parlamentare M5S Camera sperpera i soldi pubblici... Lascio a voi i commenti... Per fortuna almeno Facebook è trasparente!", scrive Marco Rizzone, deputato coinvolto nella vicenda dei cosiddetti 'furbetti' del bonus Inps e per questo espulso dai probiviri.

Per il senatore Gregorio De Falco invece "è interessante capire chi ha deciso questa sponsorizzazione, se i deputati del gruppo parlamentare ne fossero a conoscenza e se abbiano deciso loro, democraticamente. Hanno deliberato la spesa votando? Oppure -si domanda il capitano di fregata- come in altre occasioni qualcuno ha deciso per tutti? E che ruolo ha la comunicazione, sovrasta totalmente la politica e sceglie lei la tattica e gli obiettivi?".

Anche Più Europa va all'attacco con Giordano Masini, coordinatore della segreteria politica del partito: "Chiediamo un intervento immediato del presidente Fico e del collegio dei questori, trattandosi di un uso improprio dei fondi dei gruppi parlamentari che non possono finanziare attività di propaganda elettorale. Alla faccia dei risparmi sul taglio dei parlamentari propagandato dai grillini''. (di Antonio Atte)

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