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Laricchia vs Scanzi: "È in preda alla paura, aiutiamolo"

17 settembre 2020 | 21.25
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Nuovo round del serrato 'match' tra la candidata M5S alla presidenza della regione Puglia e il giornalista: "Non sopporta di essere contraddetto, spero che ritrovi serenità e lucidità"

Fotogramma /Ipa
Fotogramma /Ipa

"Solidarietà ad Andrea Scanzi, è in preda alla paura e non sopporta di essere contraddetto. Spieghiamogli con gentilezza la differenza tra la politica dei contenitori e quella dei contenuti". Nuovo round del serrato 'match' tra la candidata alla presidenza della regione Puglia Antonella Laricchia e Andrea Scanzi. La candidata del Movimento 5 Stelle risponde oggi dal suo profilo Facebook agli attacchi del giornalista, che ieri aveva definito il voto a lei "un suicidio per i Cinque Stelle e per il governo, chi la vota fa un regalo a Fitto".

"Se il problema sono 'le destre' -scrive Laricchia- Emiliano candida tanta destra (anche estrema) quanto Fitto, e nel 2015 ha ricevuto i voti da un clan della mafia barese, senza mai dare chiarimenti in merito, né in Consiglio Regionale né in Commissione Antimafia. Scanzi sostiene questo politico pericoloso (quanto Fitto) per la Puglia? Chiaramente, abitando ad Arezzo, sa poco o nulla della politica pugliese".

E all'osservazione di Scanzi secondo cui sarebbe qualunquista "dire che Emiliano sia la stessa cosa di Fitto", la Laricchia risponde così: "Se poi vogliamo guardare bene i fatti, Fitto ed Emiliano non sono la stessa persona ma rappresentano la stessa mentalità. Hanno attuato le stesse politiche, quelle politiche che hanno rovinato la Puglia, in tema di sanità e agricoltura per esempio, e agiscono anche oggi in barba addirittura ai principi di legalità e buona politica, come dimostrano i curricula giudiziari di certi candidati nelle loro liste". La Laricchia conclude poi con una stoccata al giornalista: "Io reggo ma spero che Scanzi ritrovi lucidità e serenità, visto che dice di ricevere 'vagonate di insulti' e pubblica screenshot di messaggi educati. Aiutiamolo, è interesse di tutto un Paese che ogni singolo giornalista rimanga lucido e non perda del tutto la ragione".

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