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Referendum, "partecipazione rimane significativa"

21 settembre 2020 | 10.19
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Lo dice Pietro Vento, sondaggista, direttore dell'istituto Demopolis, in merito ai primi dati sull'Election day

(Fotogramma)
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"Il referendum sul taglio dei parlamentari non è rimasto un quesito per gli addetti ai lavori. Certamente le Regionali hanno fatto da traino all'affluenza . Non credo raggiungerà tuttavia la partecipazione che si ebbe al referendum sulla riforma di Renzi: alle 19 di quattro anni fa l'affluenza era superiore di 26 punti rispetto a ieri. Ma si votava in un giorno solo". Lo dice, intervistato da Repubblica, Pietro Vento, sondaggista, direttore dell'istituto Demopolis, in merito ai primi dati sull'Election day.   

"Ad un primo sguardo sui dati delle 19, l'effetto Covid sul voto – riferisce - si avverte, ma in dimensione inferiore rispetto ai timori della vigilia. E' piuttosto complesso confrontare, in termini di previsione finale, il 30% delle 19 di questa competizione elettorale con i precedenti degli ultimi anni, nelle quali era possibile votare in una giornata unica, la sola domenica sino alle 23". "La proiezione è che – aggiunge il sondaggista - tenuto conto della disabitudine degli italiani a votare nella mattinata del secondo giorno, il 40% sarà raggiunto tranquillamente e probabilmente superato. Forse si sfiorerà il 50%, ovvero quasi un italiano su due voterà per il referendum".

"Sempre soffermandoci sui dati a disposizione, la partecipazione a questo referendum sulla riduzione del numero dei parlamentari - spiega - appare comunque significativa: non è rimasta limitata agli 'addetti ai lavori'. E' vero, l'affluenza del 30% è ben lontana (-26 punti) dal dato analogo rilevato alle 19 nel dicembre 2016, in occasione del precedente referendum costituzionale voluto da Matteo Renzi Allora votò il 56% degli italiani che divenne poi 68% alle 23". "L'errore politico di Renzi - ricorda Vento - fu quello di tramutare quel referendum in un voto sul governo. Ma proprio per questo gli elettori andarono a votare, lasciando il merito del quesito in secondo piano".

E alla domanda: Questa vola a 'dopare' l'affluenza sono state le Regionali? Vento risponde: "Doping è forse un termine eccessivo. Però in questa occasione, pur in presenza di una bassa motivazione al voto rilevata da Demopolis e di un certo timore Covid, il traino delle contestuali elezioni in 7 Regioni e in circa mille comuni - cosa mai verificata - ha fatto gioco, incrementando di 7-8 punti l'affluenza nelle regioni del Centro Nord interessate dal voto amministrativo (Valle d'Aosta, Veneto, Liguria, Toscana e Marche in particolare). Analizzando gli altri contesti, oltre media sono Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna, mentre il voto referendario non sembra avere appassionato per nulla gli elettori di Sicilia e Sardegna, dove la partecipazione è molto bassa".  

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