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M5S, truppe si contano verso assemblea: la mappa del potere grillino

23 settembre 2020 | 21.18
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Beppe Grillo (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Beppe Grillo (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

Si avvicina la resa dei conti per il Movimento 5 Stelle. E il rischio è che il dibattito interno sul futuro del M5S si trasformi in quella guerra tra bande più volte evocata dal presidente della Camera Roberto Fico. Domani pomeriggio, alle 18, i gruppi grillini di Montecitorio e Palazzo Madama si riuniranno per parlare degli stati generali e della riorganizzazione del M5S. Le diverse 'anime' del Movimento - per qualcuno delle vere e proprie 'correnti' - si preparano all'appuntamento contandosi, facendo l'elenco di 'amici' e 'nemici'. "Ci sono riunioni informali in corso su più fronti. Bisogna tenere gli occhi aperti - dice all'Adnkronos un senatore - per non ritrovarci con decisioni confezionate calate dall'alto".

La mappa del potere grillino è più che mai frastagliata. Animato dalla deputata Dalila Nesci, il think tank 'Parole guerriere' ha elaborato una sua proposta in vista degli stati generali, che in buona sostanza prevede la trasformazione del Movimento in partito: "E' ormai necessario che il M5S superi lo stato di movimento liquido, verticistico ed eterodiretto e si evolva in un'organizzazione politica democratica, dotata di adeguati corpi intermedi e di una scuola di formazione politica, dove ruoli e responsabilità siano ben definiti", si legge nel manifesto della corrente, che annovera diversi parlamentari vicini a Fico: da Giuseppe Brescia (presidente della Commissione Affari costituzionali) al sottosegretario al Viminale Carlo Sibilia, passando per Luigi Gallo. E ancora: Giorgio Trizzino, Maurizio Cattoi, Sergio Puglia, Fabio Berardini, Carlo De Girolamo, Mirella Liuzzi, Azzurra Cancelleri, Marinella Pacifico, Maria Laura Paxia, Mara Lapia.

La necessità di convocare al più presto un congresso è stata evidenziata più volte dall'ex capo politico Luigi Di Maio, favorevole all'ipotesi di una leadership forte e legittimata e di una gestione collegiale. Il ministro degli Esteri può tuttora contare su una nutrita pattuglia di fedelissimi, composta da molti parlamentari campani. All'interno dell'esecutivo, il titolare della Farnesina - che negli ultimi tempi ha rinsaldato il rapporto con il premier Giuseppe Conte e con Fico, in un'ottica governista - gode dell'appoggio di ministri come Alfonso Bonafede, Vincenzo Spadafora, Sergio Costa. Sono vicini a Di Maio anche il sottosegretario a Palazzo Chigi Riccardo Fraccaro, i viceministri Laura Castelli, Stefano Buffagni, Giancarlo Cancelleri e i sottosegretari Manlio Di Stefano, Alessio Villarosa, Alessandra Todde.

Tra i 'dimaiani' alla Camera troviamo i deputati Francesco D'Uva, Michele Gubitosa, Anna Macina, Andrea Caso, Cosimo Adelizzi, Emilio Carelli, Sergio Battelli, Iolanda Di Stasio, Luigi Iovino. Al Senato: Ettore Licheri, Vito Petrocelli, Barbara Floridia, Sergio Vaccaro, molti di questi impegnati nel tour per il Sì al referendum. Tra i pentastellati più vicini a Fico, invece, c'è il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà. Quest'ultimo, insieme al titolare del Mise Stefano Patuanelli, rappresenta uno dei principali 'sponsor' dell'alleanza con il Pd. Un abbraccio, quello coi dem, sostenuto e difeso dal garante M5S Beppe Grillo, oltre che da Fico, e avversato dalla componente più sovranista (basti pensare ai deputati veneti Alvise Maniero e Raphael Raduzzi).

E' trasversale tra le due Camera la fronda 'anti-Rousseau', ovvero l'ala dei parlamentari critici nei confronti dell'attuale gestione della piattaforma di Davide Casaleggio. Lo scorso dicembre i senatori Primo Di Nicola, Mattia Crucioli ed Emanuele Dessì (luogotenente di Paola Taverna, la quale figura anche tra i possibile aspiranti alla leadership M5S) furono i primi a chiedere in un documento che Rousseau fosse posta sotto il controllo diretto del Movimento. Oggi sono in tanti a sostenere questa tesi.

Infine, gioca la sua partita da battitore libero Alessandro Di Battista, leader dei puristi-identitari. L'ex parlamentare 'barricadero' gode di una grande popolarità presso la base pentastellata ma nel Palazzo può contare su poche pedine. Si riconoscono in 'Dibba' le ex ministre Barbara Lezzi e Giulia Grillo - anche se quest'ultima si definisce "realista più che purista" - e l'europarlamentare Ignazio Corrao, il quale su Facebook lancia la sua proposta di congresso: subito assemblee locali per eleggere i delegati per gli stati generali, "da svolgersi l'ultimo fine settimana di ottobre". In questo modo, spiega Corrao, "ad inizio novembre, con una nuova struttura, nuove regole e nuovi programmi e obiettivi, si possano eleggere le nuove persone che debbano riempire le caselle e portare avanti i programmi". (di Antonio Atte)

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