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Cossiga, il ricordo di Mattarella a 10 anni da morte

24 settembre 2020 | 11.51
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Il presidente della Repubblica in una cerimonia all'Università di Sassari: "Idealità e pragmatismo, fedeltà ai principi e attenzione alla concretezza della vita sociale"

Cossiga, il ricordo di Mattarella a 10 anni da morte

"Cossiga fu eletto per la prima volta deputato nel 1958, a trent’anni. Idealità e pragmatismo, fedeltà ai principi e attenzione alla concretezza della vita sociale divennero i parametri del suo lavoro parlamentare e della sua militanza politica. A questa scuola si formava la classe dirigente di governo: nel confronto talvolta aspro sui principi ma sempre orientato a composizioni –sul piano delle norme come su quello dei riflessi sociali- capaci di evitare conflitti laceranti e di sospingere il Paese sulla strada della stabilità e di un maggior benessere". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricordando, in una cerimonia all'Università di Sassari, Francesco Cossiga, nel decimo anniversario della morte.

"Il legame tra Cossiga, Sassari e la Sardegna è sempre stato forte e profondo, andando ben oltre la pur rilevante dimensione familiare e affettiva. Del rilievo di queste origini il presidente Cossiga ha sempre parlato come di un insieme di valori etici e culturali, del retaggio di una comunità capace di tenere insieme ruvidità nel linguaggio e pudore nei sentimenti, contrasto nelle idee e amicizia tra le persone", ha affermato ancora Mattarella aggiungendo: "Ricordare Francesco Cossiga nell’Università che lo vide studente e poi brillantissimo e apprezzato docente è un omaggio alle sue radici, umane e intellettuali, e allo spessore con cui si è reso protagonista della vita politica e istituzionale del Paese nell’arco di mezzo secolo".

"Al principio di laicità dello Stato Cossiga è rimasto sempre fedele. Nel suo dichiararsi 'cattolico liberale' c’era un ossequio, un rispetto per la casa comune e per la sovranità delle istituzioni della Repubblica, che non concedeva spazio a tentazioni confessionali o integralismi di sorta. Convincimenti che approfondiva volentieri anche attraverso gli amati classici del diritto e della filosofia anglosassone, ragioni non secondarie della sua capacità di dialogo politico, nel partito in cui militava e con personalità di partiti avversari", ha affermato ancora il capo dello Stato. "La famiglia, inserita in una ampia e feconda rete di relazioni nella società sassarese, è stata per lui - ha ricordato Mattarella - anche la palestra dove ha potuto coltivare, sin da giovane, la passione politica. Palestra nella quale si è allenato al pluralismo, al confronto, alla laicità delle scelte e dove, ha poi sottolineato lo stesso presidente Cossiga, 'l’antifascismo era un fatto discriminante non solo dal punto di visto politico ma morale'". "E’ in questo ambiente che ha sviluppato quella 'sensibilità per l’unità delle forze democratiche', che nel tempo si è affermata come tratto qualificante del suo impegno politico".

"Volle notare, nel suo discorso di insediamento come Capo dello Stato, di essere il primo Presidente -ha sottolineato ancora Mattarella - a non appartenere 'alla generazione di coloro che meritatamente si possono definire padri della Patria, cioè a quegli uomini che hanno lottato per la libertà, per l’indipendenza e per la democrazia dell’Italia e che hanno contribuito in questo segno alla nascita della Costituzione repubblicana'". "Fu nel crogiuolo di idealità e speranze del dopoguerra, alimentate dalla libertà appena riconquistata e dalla responsabilità che si avvertiva nei confronti della rinata democrazia, che Cossiga formò il suo pensiero e cominciò a prendere parte al confronto pubblico. Agli studi di diritto si affiancarono, già in età giovanile, le letture di Jacques Maritain e Antonio Rosmini, di Tommaso Moro e Gabriel-Honoré Marcel".

"Sentiva di voler misurare la sua fede cristiana nella costruzione di una società libera, democratica e pluralista e la Fuci fu anche per lui, come per altri prestigiosi dirigenti della Dc, una scuola di umanesimo, in cui il sapere teologico –da Sant’Agostino a San Tommaso– veniva portato al confronto con la modernità incalzante di una società che usciva dalla guerra e desiderava di dare solidità a un percorso di sviluppo civile".

"In un saggio del 1951, dedicato al diritto di petizione, il professor Cossiga sottolineava la necessità del contributo della partecipazione attiva dei cittadini alla costante rigenerazione democratica, necessaria per consolidare i principi della Carta: 'La caratteristica peculiare degli ordinamenti democratici –scriveva infatti Cossiga– prima e più ancora che da una organizzazione formale degli organi costituzionali, è data da una effettiva partecipazione della base popolare alla vita dello Stato'. Una tensione che dal giovane studioso si è poi trasmessa nell’azione all’uomo di Stato e di cui troviamo traccia anche nella dichiarata aspirazione, all’atto del suo insediamento alla Presidenza della Repubblica, di essere espressione della gente comune". Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricordando, in una cerimonia all'Università di Sassari, Francesco Cossiga, nel decimo anniversario della morte.

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