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M5S, i 'ribelli' ai probiviri: "Taglio parlamentari non nel programma"

24 settembre 2020 | 16.30
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Gli 8 sottoposti a procedura disciplinare dopo il referendum: "Non ci cacceranno, non possono perdere due senatori..."

Foto Fotogramma
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Hanno dieci giorni per rispondere. Lo faranno, con ogni probabilità, giovedì della settimana prossima. Gli 8 ribelli del referendum, ovvero i parlamentari grillini che hanno espresso pubblicamente il loro no al taglio di deputati e senatori, sono finiti nel mirino dei probiviri del Movimento, che hanno avviato la procedura disciplinare contro di loro.

Tra questi figurano Andrea Colletti, Marinella Pacifico, Elisa Siragusa, Mara Lapia, Mattia Mantero. Rischierebbero addirittura il 'cartellino rosso', hanno dieci giorni di tempo per inviare le 'controdeduzioni'. Anche se la convinzione diffusa è che alla fine la spunteranno: "tra gli otto ci sono due senatori", ovvero Mantero e Pacifico, "non metterebbero mai a rischio i numeri traballanti del governo".

Non possono rilasciare dichiarazioni alla stampa, spiegano, perché andrebbero contro il regolamento. Ma sono in contatto tra di loro, per fissare i capisaldi delle loro memorie e smontare il costrutto dei probiviri. A partire da un'osservazione di non poco conto: "dicono che abbiamo violato il codice etico, non votando un punto del programma M5S. Ma nel programma per le elezioni politiche il taglio dei parlamentari non figura. Ecco, partiremo proprio da qui", spiegano all'Adnkronos.

Tra le voci del programma rintracciabile in Rete figura al punto 5 il 'taglio agli sprechi e ai costi della politica: 50 miliardi che tornano ai cittadini'. "Stop a pensioni d'oro -recita l'articolo 5 - vitalizi, privilegi, costi della politica e opere inutili, riorganizzazione delle Partecipate, spending review della spesa improduttiva".

Altro aspetto che i 'ribelli' vogliono sottolineare è che "ogni parlamentare ha violato, in qualche modo, il programma: chi su un provvedimento, chi su un altro. Allora dovrebbero cacciarci tutti. Invece puntano il dito contro di noi, in un clima di caccia alle streghe insostenibile".

L'ipotesi più plausibile, stando a fonti vicine ai probiviri, è che ai ribelli del referendum vengano comminati 6 mesi di sospensione. Con una possibile eccezione che riguarderebbe uno dei due senatori 'sotto inchiesta': Pacifico, infatti, rischierebbe parecchio, ma non tanto per il referendum: il suo nome figura anche tra i 'morosi', tra quelli per giunta più indietro con le restituzioni. Per lei l'espulsione sembrerebbe davvero dietro l'angolo.

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