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Conte: "Confido in calo Rt nazionale"

13 novembre 2020 | 11.54
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Il premier: "Sarebbero i primi effetti delle misure adottate"

Foto Palazzo Chigi
Foto Palazzo Chigi

"Io confido che oggi l'Rt nazionale - la media della velocità di contagio da Covid - nelle ultime settimane a 1,7... Io credo che già oggi si sia abbassato, questo significherebbe che le misure adottate iniziano a dare i primi effetti". Lo dice il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in videocollegamento all'evento 'Futura: lavoro, ambiente, innovazione', dialogando con il segretario Generale della Cgil, Maurizio Landini. "Se fosse così, saremmo incoraggiati. Stiamo lavorando con una strategia diversa rispetto a primavera scorsa, quando fu necessario un lockdown nazionale, ora invece abbiamo il dovere di intervenire dove c'è bisogno" e di non adottare strette più incisive nelle aree "dove non le meritano, e questo a beneficio di tutti". Su quel che avverrà, "non posso azzardare, non ho la palla di vetro o capacità da indovino, ma ci auguriamo che il plateau, la soglia massima di contagi sia stata raggiunta e ora inizi l'appiattimento".

CONTAGI E NATALE - Sui dati di oggi e sulle conseguenze che ne deriveranno "non posso azzardare, non ho la palla di vetro o capacità indovino, ma ci auguriamo che il plateau dei contagi, la soglia massima, sia stato raggiunto e ora inizi l'appiattimento. Attenzione, lo dico subito e con estrema chiarezza: questo non vuol dire che siamo fuori pericolo, ma che le misure stanno iniziando a produrre i loro effetti. Questo mese di novembre sarà dedicato a questo, a contenere la curva dei contagi, ma questo non significa che a dicembre ci sarà una catarsi liberatoria, ci abbracciamo tutti e dedichiamo allo shopping forsennato. Noi dobbiamo sempre continuare a convivere con il virus, ma possiamo evitare misure più restrittive e così dobbiamo continuare". Quanto al Natale, "considereremo la curva epidemiologica - ha risposto il premier - ma Natale non dobbiamo identificarlo sol con lo scambio di doni, il fare regali che sicuramente da impulso all'economia. Natale è anche un momento di raccoglimento spirituale e con tante persone il raccoglimento spirituale non viene troppo bene".

COLORE DELLE REGIONI - "La comunicazione del sottoscritto, del ministro Speranza, degli altri ministri e del governo tutto è molto univoca. Oggi ci sarà un aggiornamento dei dati della curva epidemiologica, c'è una cabina di regia all'Iss, oggi ci aspettiamo un aggiornamento sui livelli di rischi delle singole regioni. Questo comporterà che la cabina di regia, condividendo i dati con il Cts, valuterà quali sono le regioni" destinate a un cambio di colore, ovvero a passare dal giallo all'arancione o addirittura al rosso, "il ministro Speranza recepirà le indicazioni, non agirà arbitrariamente: il governo non sa quali regioni cambieranno colore, perché il governo applica un metodo scientifico. Ci siamo assunti tutte le responsabilità di questo metodo, diverso da tutti gli altri Paesi europei".

MEDICINA TERRITORIALE - "Su eventuali errori o manchevolezze" nel fronteggiare l'emergenza Covid "c'è anche una scarsa incisività su lato della medicina territoriale, ma dobbiamo anche riconoscere che venivamo da scelte diverse, portate avanti negli anni, ed è difficile invertire una tendenza in piena emergenza. Sappiamo che dobbiamo rafforzare la medicina territoriale, con il ministro Speranza ci diciamo che è un errore che non può essere ripetuto e che occorre rilanciarne e rafforzarne il ruolo". "Un segnale - rivendica il premier - lo stiamo dando. Rinnovando i contratti dei medici di medicina generale e dei pediatri di pubblica scelta abbiamo previsto 30 milioni in più per coinvolgerli nell'emergenza. Stiamo soffrendo, è chiaro, quando c'è un positivo spesso, non essendoci un rapporto col medico di base, si va subito in ospedale e a quel punto si grave sulla struttura ospedaliera con positivi che potrebbero essere trattati a casa dai medici. Ma è una tendenza", quella di investire poco sulla medicina del territorio, "che è andata avanti per anni, ora è difficile invertire la rotta".

SCUOLE - "Dobbiamo essere franchi sulla scuola, la ricerca e i dati dicono che non sono focolai di diffusione dei contagi" da Coronavirus. Noi cerchiamo di analizzare i dati, abbiamo un approccio pragmatico. C'è un valore della didattica in presenza", dove la "relazione interpersonale è fondamentale", anche per questo "abbiamo dato un segnale nelle zone rosse", dove il governo ha lasciato andare sui banchi i ragazzi della "prima media, che non si conoscono, i professori non conoscevano nemmeno i loro nomi: mandarli a casa sarebbe stata una grossa perdita. Cerchiamo di mantenere questo presidio. Quel che avviene prima e dopo" il suono della campanella "può costituire dei focolai, ecco perché le regole sono fondamentali, però l'esperienza empirica dimostra che i nostri ragazzi rispettano molto le regole".

RIFORMA FISCALE - "Il 2021 sarà l'anno della riforma fiscale, qualche spicchio di riforma lo abbiamo realizzato in questo parte di fine anno, ma il 2021 sarà l'anno della riforma fiscale e tributaria e delle politiche attive sul lavoro, che dobbiamo riorganizzare e realizzare in una prospettiva più concreta. Noi dobbiamo creare nuove opportunità di lavoro, non preservare solo quello che c'è".

LAVORO - "Lo stop ai licenziamento fino a fine marzo è stato uno sforzo, impegno corale che ci garantisce uno spazio temporale, 4 mesi e mezzo, dunque, una cintura di protezione per chi ha un lavoro. Ci consente di programmare meglio", tanto più che il "2021 sarà un anno importante per l'Italia intera", che, tra le altre cose, presiederà il G20. "Sarebbe bello, auspicabile, una revisione, un aggiornamento dello statuto dei lavoratori" ha detto Conte. "Lavoriamo sicuramente alla revisione, ma a Landini dico anche: lavoriamo insieme per uno statuto dell'impresa. Anche l'impresa deve avere la possibilità di avviare in poco tempo con piccola spesa una nuova attività produttiva e commerciale, avere chiarezza e certezza di tempi". "La riforma degli ammortizzatori sociali va completata, in questa sfida che stiamo affrontando stiamo dolorosamente costando che si tratta di meccanismi antiquati, che vanno revisionati".

RECOVERY FUND - Sul Recovery Fund "utilizzeremo tutti i soldi a disposizione, i prestiti e i sussidi a fondo perduti" previsti, "intendiamo utilizzare tutte le risorse messe a disposizione dall'Europa per modernizzare il Paese", dunque "digitalizzare, rendere più efficiente la Pa, investire nella transizione energetica". Quella del Recovery Fund "è l'occasione, con soldi e finanziamenti per avviare il sistema in questa direzione". Il premier rimarca anche la necessità di coinvolgere i sindacati. "Lunedì il tavolo sarà per la legge di bilancio, ma poiché stiamo affinando il piano, ci sarà tavolo, doveroso, con le parti sociali anche sul Recovery". "Confermo che lunedì vedrò i sindacati, la manovra è in dirittura d'arrivo al Parlamento, quindi comincia il confronto serrati con le parti sociali a partire dal sindacato". Quanto alla strategia da attuare, "per modernizzare il Paese bisogna avere grandi progetti - dice il premier - la distribuzione a pioggia assolutamente no. Noi dobbiamo creare nuove opportunità di lavoro, non preservare solo quello che c'è".

L'ECONOMIA DEL PAESE - "La scorsa settimana c'è stata questa riunione di maggioranza. Tra i temi toccati con i leader delle varie forze -ci siamo dati anche una tabella di marcia, è necessario rivedere i punti programmatici che ci siamo dati e definire delle priorità- io ho detto, e devo dire la mia riflessione è stata condivisa, che occorre una riflessione delle forze di maggioranza e quindi del governo sul ruolo dello Stato nel suo intervento nell'economia del Paese". "E' anche un problema di paradigma culturale - ha osservato - Qui si è passati dal liberismo spinto degli ultimi anni rispetto a modelli più o meno dirigistici o più o meno contaminati che si sono affermati nei fatti. E' giusto affrontare pubblicamente il dibattito, con il contributo delle forze sociali, è giusto che su questo ci si confronti con il Parlamento - conclude -. Dobbiamo muoverci in una direzione strategica che venga acclarata pubblicamente".

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