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Il caso

Legale Salvini replica a Boldrini: "Cifra di 150mila euro si poteva modificare"

12 gennaio 2021 | 17.31
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Le opinioni dei legali sul caso della richiesta di danni da parte dell'ex presidente della Camera nei confronti del leader leghista. Secondo l'avvocata della Lega, infatti, "nulla impedisce di correggere l'importo" del risarcimento richiesto

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Sfida tra legali sul caso della richiesta di danni da parte di Laura Boldrini, ex presidente della Camera e attuale deputata del Pd, nei confronti di Matteo Salvini, accusato di aver fomentato per anni una campagna d'odio nei suoi confronti. Ad infiammare la contesa il 'presunto' risarcimento chiesto da 150mila euro, di cui la Boldrini ha detto di non essere a conoscenza. Nel pomeriggio la legale dell'ex presidente della Camera, l'avvocata Caterina Flick, ha spiegato come la cifra che compare nell'atto - i 150mila euro - sia inserita automaticamente dal sistema. "Il valore della controversia 'indeterminabile' è associato automaticamente al valore economico di 150mila euro dal sistema on line dell'organismo di mediazione ai soli fini della determinazione degli onorari di mediazione".

"Nelle cause civili i costi di avvio (mediazione o contenzioso) sono determinati per fasce di valore - si legge nella nota della legale - . Alle cause di valore indeterminabile, l'organismo di mediazione applica uno scaglione di valore compreso tra 50 mila-250 mila euro. L'importo di 150 mila euro, dunque, è generato dal sistema per tutte le mediazioni di valore indeterminabile".

Il legale del leader leghista: "Nulla impedisce di correggere l'importo"

In serata la replica della difesa di Salvini. L'avvocata Claudia Eccher fa sapere che “il valore della controversia può sempre essere specificato da chi attiva il procedimento di mediazione, tanto è vero che nell'istanza in versione editabile viene prevista espressamente la possibilità di indicare il valore della controversia".

"Anche nel caso in cui venga proposta un'istanza per una controversia di valore indeterminato nulla impedisce alla parte istante, ove l'importo 'generato dal sistema' attribuisca valori non rispondenti alla realtà, di correggere l'importo stesso", spiega Eccher. "Ove sussista un'evidente discrasia tra il pregiudizio economico che l'istante ritiene di aver subito e il valore determinato dall'Organismo, in base a non si comprende quale automatico meccanismo, la parte ha sempre la facoltà di intervenire. Il silenzio sul punto implica acquiescenza rispetto al valore assegnato alla procedura", conclude l'avvocata del leader della Lega.

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