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Crisi governo, Salvini e Meloni: "Conte si dimetta, elezioni subito"

13 gennaio 2021 | 20.13
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La richiesta all'uscita del vertice di centrodestra dopo il ritiro della delegazione di Italia Viva

(Fotogramma)
(Fotogramma)

"Domani Conte venga in Parlamento". Questa la richiesta di Matteo Salvini all'uscita del vertice di centrodestra sulla crisi aperta dal ritiro della delegazione di Iv dal governo. "C'è un governo confuso e dimissionario e un centrodestra compatto. Per noi le priorità non sono i litigi di Conte e Renzi, Di Maio e Zingaretti, sono la salute, il lavoro, la scuola, le infrastrutture e la giustizia", ha ribadito il leader leghista. "Chiediamo che domani Conte venga in Parlamento a spiegare agli italiani cosa sta succedendo. Se c'è un governo, trovino i numeri e facciano, altrimenti si facciano da parte", ha concluso il leader della Lega. "Il governo in Italia non c’è più? Che si fa? #elezioni #democrazia #libertà", aveva scritto Salvini su Facebook dopo la conferenza stampa di Renzi.

Sulla stessa linea il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. "Italiani in ginocchio, governo allo sfascio. L'Italia non può permettersi di perdere altro tempo. Conte si dimetta. Elezioni subito", afferma su Facebook. "Riteniamo non si possa stare qui a perdere tempo, per questo ci appelliamo al presidente della Repubblica Mattarella perché si possa chiudere il prima possibile questa querelle", ha poi detto Meloni lasciando al Camera al termine del vertice di centrodestra.
Per la leader di Fdi" stiamo assistendo a un circo che gli italiani non si possono permettere. In un paese normale il presidente del Consiglio si dimetterebbe, Conte venga domani in Aula a verificare se ha una maggioranza". "La nostra posizione la conoscete, senza la maggioranza si va al voto".

Per Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia, bisogna "fare presto, lo diciamo al governo uscente e ci appelliamo al Capo dello Stato. Il presidente del Consiglio dovrebbe venire quanto prima in Parlamento a illustrare la situazione. Per quanto ci riguarda, nessun partito di centrodestra sosterrà governi di sinistra. Lo abbiamo detto e ripetuto: nessun sostegno a governi che hanno maggioranze con valori e programmi alternativi ai nostri". "Adesso bisogna fare presto perché la situazione è molto preoccupante, sia dal punto di vista sanitario che da quello economico", ha detto in una dichiarazione ai tg. "Con 600 morti al giorno e centinaia di migliaia di imprese che rischiano di chiudere -ha avvertito- non c’è tempo da perdere, i partiti di sinistra facciano in fretta. Ripeto, l’appello è fare in fretta”.

CENTRODESTRA - Il centrodestra è la prima forza politica del Paese e, dopo un vertice che ha confermato la grande compattezza della coalizione, chiede che il presidente del Consiglio "prenda atto della crisi e si dimetta immediatamente o, diversamente, si presenti domani in Parlamento per chiedere un voto di fiducia". E' quanto si legge in una nota congiunta dei leader del centrodestra. "Se non ci sarà la fiducia -viene sottolineato- la via maestra per riportare al governo del Paese una maggioranza coesa ed omogenea, con un programma condiviso e all’altezza dei problemi drammatici che stiamo affrontando, resta quella delle elezioni".
Ribadendo con chiarezza la loro "indisponibilità a sostenere governi di sinistra", i partiti chiedono di "fare presto". "L’Italia non può aspettare le liti, i giochini e le reciproche accuse dei partiti di governo, di Conte e Renzi, dei Cinquestelle e del Pd", si legge nella nota.

CONTE TER - Al di là delle dichiarazioni ufficiali, però, i leader del centrodestra restano convinti che alla fine si farà un Conte ter. Anche perché, fanno notare fonti azzurre, 'è ancora tempo per trattare e evitare la rottura definitiva. Il 'pretesto', spiegano, è lo scostamento di bilancio per poi varare il decreto ristori: Matteo Renzi ha promesso ieri (e oggi lo avrebbe ribadito) che sosterrà questi due passaggi, così come dirà si al Recovery Fund. E questo significa che Conte potrebbe restare in carica fino ad allora (lo scostamento è previsto il 20 gennaio in Parlamento) ma anche oltre (con il decreto ristori si arriverebbe ai primi di febbraio o ancor più avanti). Tradotto: ci sarebbe lo spazio per tentare nuove mediazioni, magari attraverso un incontro del premier con Renzi e gli altri leader della maggioranza giallorossa.
I pontieri sono in campo e non solo il centrodestra, anche tra M5S e Pd c'è chi scommette su un recupero in extremis dei renziani. Lega Fdi e Fi, così come 'Cambiamo', Udc e Noi per l'Italia, anche loro presenti al summit, oggi si sono ritrovati, almeno per una volta, uniti sulla necessità di fare presto, perché l'emergenza pandemica incombe: smentiscono soccorsi a ''governi di sinistra'' e si appellano ''alla saggezza di Mattarella'' in attesa dei prossimi sviluppi di quello che Silvio Berlusconi continua a definire il teatrino della politica, fatto solo di giochini di palazzo. In particolare, il Cav, che non ha mai creduto in un Renzi kamikaze, pronto ad andare fino in fondo, anche adesso, raccontano, è dell'idea che il leader di Iv tornerà sui suoi passi, ma solo dopo aver fatto logorare il più possibile l'alleanza M5S-Pd, depotenziando le velleità di Conte.

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