Il leader della Lega in Aula: "State facendo quello per cui qualcuno prima è finito addirittura a processo, la compravendita di senatori". Casellati riprende il leghista per parole su senatori a vita
"Dibattito surreale, per qualcuno qui il problema è perdere la poltrona, qualche collega mi ha fatto vergognare di essere senatore". Così Matteo Salvini, parlando in Senato, inizia il suo intervento. "State facendo quello per cui qualcuno prima è finito addirittura a processo, la compravendita di senatori", ha tuonato il leader leghista sulla trattativa dei parlamentari, accusando Conte. "State cercando dei complici da pagare per mantenere le poltrone", l'affondo. E ancora: "Vedo tanto nervosismo, forse siete meno convinti di portare a casa la poltrona".
"Ricordo ai senatori a vita che si apprestano a votare la fiducia - ha quindi aggiunto Salvini -, cosa diceva il leader dei 5 Stelle di loro, 'non muoiono mai o muoiono troppo tardi'".
"Noi per i no, lo dico a Renzi, abbiamo mollato sette poltrone, non due", ha poi sottolineato , passando quindi al tema Recovery e Ue: "Sono per due terzi dei prestiti che dovranno essere restituiti, non è 'cosa vostra', ma cosa di tutti" e "se la Ue imporrà la patrimoniale, nuove tasse, e voi direte sì sarete attentatori nei confronti degli italiani".
"'Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura una volta sola'. Viva l'Italia che non ha paura e andate a casa che è ora", la conclusione dell'intervento con citazione del giudice Paolo Borsellino, già menzionato dal premier Giuseppe Conte.
Momenti di tensione in aula al Senato sul finire dell'intervento del leader della Lega. Nel passaggio sui senatori a vita, Matteo Salvini, che in parte citava Beppe Grillo, è incorso nel richiamo del presidente Elisabetta Casellati, che ha detto che le sue osservazioni "non mi sono sembrate appropriate le sue osservazioni", e poi le ha definite "irrispettose" nei confronti dei senatori a vita.
"Sì, è vero, sono d'accordo, sono parole vergognose, quindi sono certo che il senatore Licheri, del M5S che parlerà dopo di me, si scusi a nome di Beppe Grillo", ha replicato Salvini a Casellati.
Nel frattempo il clima si surriscalda nell'emiciclo e Casellati ha ricordato che in oltre dieci ore di seduta tutti hanno finito con il raddoppiare i tempi di intervento ma che a nessuno è stata tolta la parola, data l'importanza della seduta.