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Calcio: esperti, giocatori depressi? Chi va in campo non puo' esserlo

03 aprile 2014 | 14.23
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"Metto in dubbio l'attendibilità scientifica di questa indagine. Una persona depressa rimane a casa non va neanche al campo a fare l'allenamento". Lo dice il prof. Massimo Di Giannantonio, docente di psichiatria presso l'Università di Pescara, in merito all'indagine della Fifpro secondo cui il 26% dei calciatori soffre di depressione. "L'attività sportiva è in contraddizione con la patologia della depressione -afferma Di Giannantonio all'Adnkronos-. Penso che nel caso dei calciatori si possa parlare esclusivamente di forme di ansia da prestazione. I giocatori vivono in un'ambiente molto competitivo e subiscono numerose pressioni da parte dei compagni di squadra, allenatore, presidente, tifosi e così via e questo può indiscutibilmente creare ansia e magari anche paura".

"La depressione è una malattia seria e grave non si può accostare a dei calciatori professionisti -sottolinea all'Adnkronos Roberto Re, mental coach di diversi atleti professionisti-. Si abusa troppo spesso della parola 'depressione', uno sportivo producendo serotonina con l'attività fisica non può cadere in depressione, che è una patologia che non ti fa neanche uscire di casa". "Vero è che che dei giovani uomini come i calciatori possono avere facilmente delle difficoltà a gestirsi emotivamente a causa delle forti pressioni che subiscono -aggiunge Re-. Per quanto ne so i professionisti del calcio possono soffrire di mancanza di autostima, ansie, paure ma la depressione la escluderei categoricamente".

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