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Il rigore di Gianfranco Teotino, bomboletta spray che seccatura... e l’arbitro la dimentica

13 giugno 2014 | 16.51
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(Xinhua)
(Xinhua)

Questo è un rigore contro un calcio di rigore. Quello che ha consentito ieri al Brasile di portarsi sul 2-1 contro la Croazia. Quello senza il quale chissà se il Brasile avrebbe vinto lo stesso e chissà come sarebbe andata la serata del giorno di San Valentino, in un Paese che fin dal mattino aveva dovuto convivere, invece che con fiori e baci, con le immagini in mondovisione degli scontri fra i manifestanti di San Paolo e la polizia. Intendiamoci, da che calcio e calcio le squadre di casa ai Mondiali vanno sempre avanti a suon di spintarelle e in passato abbiamo visto scandali anche peggiori. Il punto è che non sempre li abbiamo visti così bene, semmai li abbiamo immaginati, intravisti, intuiti, con immagini sfocate e in bianco e nero prima, sempre più nitide poi. Oggi ci sono un ventina di telecamere e l’alta definizione e sappiamo in tempo reale se un rigore è o non è rigore. Lo sa anche il quarto uomo e quindi lo sa subito anche l’arbitro. Ma i padroni del pallone insistono nel bocciare la moviola in campo. Per tanti motivi, fra i quali appunto spicca la possibilità di continuare a dare spintarelle alle squadre di casa dei Mondiali. E quindi no alle tecnologie, al massimo si possono dotare gli arbitri delle bombolette spray per evitare che le barriere rubino qualche centimetro. E’ comunque qualcosa. Peccato che l’ineffabile signor Nishimura l’abbia usata una volta e poi, una volta capito che seccatura, che complicazione era doversela rimettere in tasca, ha fatto finta di dimenticarsela.

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