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Il rigore di Gianfranco Teotino, Italia più figlia della paura che della dichiarata voglia di vincere

14 giugno 2014 | 15.56
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Cesare Prandelli (Infophoto)
Cesare Prandelli (Infophoto)

Il calcio è allegria. L’ha ripetuto anche ieri Cesare Prandelli che da quatto anni, e cioè da quando è alla guida dell’ammiraglia azzurra, ha sempre cercato di mostrare attraverso le prestazioni e i comportamenti della sua Nazionale il volto bello dell’Italia, la voglia di regalare emozioni, cambiando un po’ anche gli antichi cliché del gioco all’italiana, della necessità di essere arrabbiati e di dover dimostrare di esserlo per sperare di vincere qualcosa. Ha sempre parlato, Prandelli, di calcio propositivo, di fair play, anche a costo, ad esempio con l’introduzione del suo codice etico, di scontentare molti e a volte persino di sconfinare con l’ipocrisia. Per tutto ciò, tornando al campo, la formazione che questa sera dovrà affrontare l’Inghilterra, se è quella annunciata, non convince proprio: un solo attaccante (Balotelli), nemmeno un rifinitore o trequartista di ruolo, uno stopper (Chiellini) impiegato sulla fascia. Una squadra che sembra più figlia della paura (di perdere) che della dichiarata voglia di vincere e di sorprendere. Come nell’era pre-Prandelli (e non sempre peraltro). Speriamo che tutto ciò basti contro un’Inghilterra che temo sia più forte di quello che sembra. Speriamo, soprattutto, che il rigore di questa rubrica sia un rigore clamorosamente sbagliato.

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