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Bryan Ruiz il ‘matador’ degli azzurri

21 giugno 2014 | 10.54
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Dal Psv Eindhoven al gol di qualificazione agli ottavi, la storia del capitano della Costa Rica

Bryan Ruiz festeggia la sua rete con i compagni di squadra (Xinhua)
Bryan Ruiz festeggia la sua rete con i compagni di squadra (Xinhua)

Non è soprannominato ‘La comadreja’, ‘La donnola’, a caso ma per la sua agilità come predatore delle aree di rigore. Ha 28 anni e gioca nel Psv Eindhoven Bryan Ruiz, il ‘matador’ dell’Italia nella sfida persa venerdì sera dagli azzurri per 1-0 contro la Costa Rica. Per il numero 10 una grande soddisfazione quella di iscrivere il suo nome nella storia della Nazionale centroamericana che ha conquistato per la seconda volta nella sua storia gli ottavi di finale dei Mondiali. Per Ruiz si tratta della prima avventura in una fase finale di Coppa del mondo nonostante le 64 presenze in gare internazionali. “Ho lavorato duro per arrivare fin qui”, spiega in una intervista alla Fifa il capitano dei ticos estromesso all’ultimo minuto dalla rosa Mondiale di Germania 2006. “Ho sofferto molto per quella occasione mancata”, spiega Ruiz all’epoca considerato un giovane talento emergente. Quattro anni più tardi a chiudergli le porte del sogno mondiale la mancata qualificazione nel girone di Concacaf della sua nazionale. “Esser qui nelle vesti di capitano mi rende molto fiero”, spiega l’attaccante che in carriera ha vestito le casacche del Twente, del Gent e del Fulham che è proprietario del suo cartellino.

Sotto la guida del tecnico Jorge Luis Pinto, la Costa Rica è diventata quella che Ruiz definisce “una squadra moderna”, che ha trovato il giusto equilibrio tra i reparti mandando in soffitta il tradizionale gioco lezioso fatto di tecnicismi esasperati e lentezza nella manovra. “Giochiamo con 5 uomini dietro ma non siamo una formazione difensivista - spiega Ruiz - Non aspettiamo gli avversari ma andiamo all’attacco. Sappiamo di avere i numeri per stupire molte persone”. Messa in cassaforte la qualificazione agli ottavi di finale, come avvenne nel 1990, Ruiz guarda ora avanti: “Loro erano eroi, ma noi vogliamo andare ancora più avanti. Vogliamo scrivere una nuova storia”.

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