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F1, Ecclestone: "La crisi è colpa mia ma non so come uscirne"

02 novembre 2014 | 11.02
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Il patron del Mondiale: "Troppi soldi distribuiti in modo sbagliato, ora serve un contributo dei top team". E sottolinea: "Vorrei prendere una parte del denaro che ottengono grazie ai risultati. Dividerei quelle somme tra le 3-4 squadre che sono in difficoltà e poi stanzierei io una cifra analoga"

Bernie Ecclestone (Foto Infophoto) - INFOPHOTO
Bernie Ecclestone (Foto Infophoto) - INFOPHOTO

"Troppi soldi probabilmente vengono distribuiti in maniera sbagliata, è colpa mia. Ora so qual è il problema, ma non so come risolverlo". Bernie Ecclestone vuole affrontare la crisi che affligge la Formula 1. Il patron del Mondiale, però, non sa come invertire la rotta nel momento drammatico: ad Austin, negli Usa, non sono presenti Caterham e Marussia, alle prese con bilanci disastrosi. In futuro, altri team potrebbero saltare.

E all'origine di tutto, dice 'Big Bernie', c'è un'errata ripartizione delle risorse. "Come spesso succede, gli accordi sembravano una buona idea nel momento in cui sono stati firmati. Ho rimpianti? Se la società fosse appartenuta a me, avrei fatto le cose in maniera diversa perché si stava parlando dei miei soldi. Ma io lavoro per persone che sono in affari con l'obiettivo di fare soldi", dice.

Per fronteggiare le difficoltà, sarebbe auspicabile un contributo dei top team: potrebbero favorire la creazione di un fondo destinato alle scuderie più precarie. "Dobbiamo far aprire gli occhi alle persone che sono in condizione di accendere e spegnere la luce, devono fare ciò che è necessario. Non vorrei trovarmi nella posizione di chi è troppo forte, poi la Formula 1 sparisce e qualcuno dice che è colpa di chi era eccessivamente superiore. Ho detto" alle squadre più ricche "che vorrei prendere una parte del denaro che ottengono grazie ai risultati. Dividerei quelle somme tra le 3-4 squadre che sono in difficoltà e poi stanzierei io una cifra analoga".

In realtà, la realizzazione di un simile progetto è ostacolato dalle norme attuali. "Dobbiamo decidere qual è la soluzione migliore per risolvere i problemi. Onestamente, so cosa non funziona ma non so come aggiustarla. Nessuno è in grado di fare qualcosa, non è possibile agire perché le regole ci bloccano", osserva.

"Non possiamo però restare seduti tranquillamente e pensare che il problema sparirà da solo. Non si tratta di contrastare un'influenza con qualche pastiglia. Se un numero sufficiente di persone vuole risolvere il problema, allora possiamo risolverlo -afferma ancora-. Si tratta di essere disposti a fare qualche sacrificio per il bene dello sport. Strapperei tutti i contri, prenderei tutti i soldi e salderei tutti i debiti delle squadre".

Infondate, secondo Big Bernie, le voci relative alle ipotesi di boicottaggio che qualche team potrebbe attuare. "Lasciate stare queste sciocchezze.. Correranno, ve lo garantisco. Ma sono preoccupato per la prossima stagione". Possibilità di vedere in pista la terza monoposto di alcune squadre? "Dimenticatevelo... Nessuno può permettersi 2 monoposto...".

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