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Fecondazione: 2% bebe' italiani nati da Pma, quasi 80 mila bimbi 'in vitro'

24 febbraio 2014 | 16.19
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Roma, 24 feb. (Adnkronos Salute) - In 8 anni sono stati 655.075 i cicli di trattamento per la fecondazione artificiale iniziati su 493.086 coppie dello Stivale, per 105.003 gravidanze ottenute e 79.028 bambini nati vivi, circa il 2% dei bebè venuti al mondo complessivamente in Italia. Sono gli ultimi dati del Registro nazionale della Procreazione medicalmente assistita (Pma), resi noti oggi al convegno della Società italiana di fertilità e sterilità e medicina della riproduzione (Sifes) a Roma, promosso in occasione del decennale della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge 40/2004.

Ecco gli altri dati relativi agli anni 2005-2012: passando dai 636 cicli offerti per milione di abitanti nel 2005 agli oltre 1.000 cicli del 2011, l'Italia si attesta sulla media degli altri Paesi europei, con 11.933 bambini nati nel 2011 da tutte le tecniche di Pma, ovvero di I, II e III livello. I bambini nati dalle sole tecniche di II e III livello (Fivet, Gift, Icsi) sono stati 9.658, di cui 8.734 nati da tecniche a fresco, 666 da trattamenti con scongelamento di embrioni e 258 da cicli con scongelamento di ovociti. In tema di crioconservazione ovocitaria, l'Italia è il paese che vanta l'eccellenza: dal 2005 al 2011 sono stati 1.670 i figli avuti grazie a tecniche di scongelamento ovocitario, numero che sale a 1.945 con gli ultimi dati forniti dal Registro Pma, che riporta altri 250 nati nel 2012. Prima dell'istituzione del Registro, i dati raccolti dall'Iss nel 2003/2004 riportavano appena 25 nati.

"Vinta la battaglia contro gli incoerenti divieti creati dalla legge 40/2004 - ha affermato Andrea Borini, presidente Sifes - è necessario agire per trovare una soluzione concreta ed efficace ai problemi che ci sono e a quelli che si presenteranno: lavorare a una nuova legge che sia modellata sulla realtà italiana. La Sifes è disponibile a contribuire quale interlocutore scientifico di riferimento nella Pma per raggiungere l'obiettivo di una nuova normativa condivisa e al passo coi tempi". La battaglia è ancora aperta e vedrà la Corte Costituzionale pronunciarsi sugli ultimi capisaldi della legge l'8 aprile: fecondazione eterologa, revoca del consenso e utilizzo degli embrioni per la ricerca scientifica. Su quest'ultimo tema anche la Grande Camera della Corte europea per i diritti dell'uomo si esprimerà a breve: i giudici di Strasburgo hanno fissato al 18 giugno l'udienza pubblica per il ricorso presentato da una donna che ha perso il compagno e che chiede di donare alla ricerca i propri embrioni crioconservati da oltre 10 anni.

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