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Fecondazione: Ass. Coscioni, in Corte Edu con pazienti e 46 parlamentari

23 aprile 2014 | 12.49
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Roma, 23 apr. (Adnkronos Salute) - L'associazione Coscioni insieme a rappresentanti di pazienti e 46 parlamentari in Corte europea per i diritti dell'uomo contro la legge 40. L' Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, infatti, con 'Cerco un bimbo', 'L'altra cicogna' e 'Amica Cicogna', è stata ammessa a depositare un 'amicus curiae' e invitata a fornire anche ulteriori memorie in vista dell'udienza del prossimo 18 giugno dinanzi la Grande Chambre della Corte Edu, nel procedimento promosso da Adele Parrillo contro Italia a seguito del divieto imposto dalla legge 40 all'art. 13 di utilizzo degli embrioni per la ricerca scientifica.

"Abbiamo ottenuto - dicono Filomena Gallo e Marco Cappato, rispettivamente segretario e tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni - anche l'adesione all'atto depositato contro i divieti della legge 40 di 46 parlamentari italiani ed europei, tra cui il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, il sottosegretario alle riforme costituzionali e ai rapporti con il Parlamento Ivan Scalfarotto, la senatrice a vita Elena Cattaneo, la presidente della commissione Affari costituzionali del Senato Anna Finocchiaro, il Segretario della Commissione Permanente Giustizia del Senato Rosaria Capacchione, il presidente della Commissione diritti umani al Senato Luigi Manconi, e gli iscritti all’Associazione Luca Coscioni".

Dinanzi alla Corte Edu, continuano Gallo e Cappato, "abbiamo evidenziato quanto privo di fondamento giuridico sia il divieto imposto dalla legge 40 e quanto la ricerca sulle cellule embrionali non sia ancora sostituibile. E’ bene precisare che nel nostro Paese non sono mai stati prodotti embrioni per solo utilizzo scientifico ma che fino al 2004 erano utilizzabili per la ricerca quelli non idonei per una gravidanza. Il divieto introdotto dalla legge sulla procreazione medicalmente assistita ha provocato da un lato l’abbandono nei centri di fecondazione assistita di circa 2.527 embrioni (relazione al Parlamento 2005) che potrebbero essere utili alla ricerca, e dall’altro l'impossibilità di donare embrioni per finalità scientifiche da parte dei proprietari che non possono avere più una gravidanza, come per la signora Parrillo che ha perso il compagno in Iraq nel 2003".

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