(Adnkronos Salute) - L'avvocato solleva dunque "una seconda considerazione: la responsabilità del nostro Stato verso gli uomini e le donne di altri Paesi" per il rischio di "mercificazione in particolare delle donne donatrici. A questo riguardo ci si deve porre la domanda su quale risposta viene data dall'ordinamento italiano. Nel nostro Paese si ritiene di essere esenti dalle responsabilità della possibile mercificazione perché sussiste un divieto. Ma non sarà vero il contrario e cioè che è questo divieto che incrementa la mercificazione? Non è forse proprio il divieto del nostro e di altri Paesi a creare un mercato degli ovociti? Non sussiste in questo senso una responsabilità morale oltre che giuridica nell'incentivare questo mercato? La risposta attuale è caratterizzata da una totale indifferenza morale e giuridica, come a dire che il problema non è nostro".
Infine, Costantini sottolinea all'Adnkronos Salute che "dal 2004 al 2009 sono stati crioconservati 77.932 ovociti (60.266 con congelamento lento e 17.654 con la tecnica più efficace e conservativa della vitrificazione). Questi ovociti sono oggi crioconservati nei centri italiani e non sono utilizzati per la fecondazione in vitro, atteso che la gran parte delle donne che li hanno crioconservati ha avuto uno o più bambini e non desidera averne altri. Sono di fatto 'abbandonati'. Tali gameti potrebbero essere donati consentendo alle donne che non sono più in grado di produrli di poter avere un figlio. Ciò sarebbe assolutamente etico e rispondente ai canoni del nostro ordinamento e della legislazione vigente".
