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Fecondazione: coppia ricorsa a Consulta, delusi perché nulla è cambiato

07 aprile 2015 | 14.20
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E' delusa P. R., che con il marito G.R. era ricorsa al tribunale di Catania che ha rimesso poi la questione di legittimità costituzionale del divieto di fecondazione eterologa alla Consulta. E dopo un anno dalla sentenza che li ha visti 'vincitori', grazie all'eliminazione, proprio un anno fa, del paletto imposto dalla legge 40/2004, i due liberi professionisti siciliani di 41 e 44 anni tornano a commentare all'Adnkronos Salute il panorama dell'eterologa in Italia

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"Allo stato attuale nulla è cambiato. I diritti sui quali abbiamo investito buona parte delle nostre risorse, soprattutto emotive, non sono ancora per nulla garantiti". E' delusa P. R., che con il marito G.R. era ricorsa al tribunale di Catania che ha rimesso poi la questione di legittimità costituzionale del divieto di fecondazione eterologa alla Consulta. E dopo un anno dalla sentenza che li ha visti 'vincitori', grazie all'eliminazione, proprio un anno fa, del paletto imposto dalla legge 40/2004, i due liberi professionisti siciliani di 41 e 44 anni tornano a commentare all'Adnkronos Salute il panorama dell'eterologa in Italia.

La coppia ha già una bambina di 7 anni e nel 2010 aveva iniziato a tentare di concepire un secondo figlio. Il tempo passava senza che arrivasse la cicogna, così i due coniugi hanno scoperto che la moglie era affetta da menopausa precoce. Hanno quindi deciso di rivolgersi a un centro per la fecondazione eterologa all'estero. Sono andati in Grecia e hanno effettuati due tentativi, ma l'esito è stato negativo in entrambi i casi e il costo altissimo, pari a 10.000 euro. Intanto, avevano avviato anche le pratiche per l'adozione. Ma ancora nessuna risposta dalle istituzioni preposte.

E dopo il via libera della Consulta "abbiamo ricominciato, qualche mese fa, con il percorso per la fecondazione eterologa. Di nuovo esami - racconta la donna - di nuovo un esborso di denaro, senza che alla fine si possa dire 'ci siamo, possiamo farlo'". L'ostacolo è la mancanza di donatrici di ovociti. "Di fatto - prosegue - abbiamo salutato la sentenza della Consulta come un momento di svolta, di cambiamento. E avevamo atteso 4 anni prima che questa svolta arrivasse. Ma a oggi non ci sono grossi cambiamenti. Si continua a sottoporsi a visite e a spendere dei soldi inutilmente, e l'unica alternativa è andare all'estero. A oggi non c'è la possibilità di prendere una decisione concreta e di proseguire per una strada vera".

Per l'adozione "siamo in attesa da 5 anni, la accoglieremmo con tanta gioia e anche prima della sentenza l'avremmo fatto. Non abbiamo intrapreso la battaglia di fronte alla Corte per accanimento personale, ma perché ci siamo resi conto di appartenere a una categoria di persone che non avevano possibilità di far sentire la propria voce. Eppure, ancora oggi la strada della fecondazione eterologa non è percorribile. Non c'è una normativa che stabilisca cosa e come poter rendere questa cosa attuabile. Sappiamo di essere fortunati perché una figlia ce l'abbiamo e ringraziamo ogni giorno per quello di cui possiamo godere. Ma sul piano dell'emotività, il senso della sconfitta è comune a tutti. Penso che la situazione attuale non sia soddisfacente per nessuno".

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