Roma, 15 apr. (Adnkronos Salute) - Le pratiche di "fecondazione assistita aprono scenari di errori medici inediti per i quali non c'è una regolamentazione". Come dimostra il caso eclatante dello scambio di embrione all'ospedale Pertini di Roma. "Un caso in cui l'aspetto etico sembra rimanere ai margini del dibattito in corso. Ma la vera questione è fondamentalmente bioetica. Il punto è: i bambini che nasceranno avranno, per esempio, il diritto di conoscere la loro storia, di avere informazioni sui genitori biologici?". A sottolineare la necessità di approfondire i nodi etici posti dal caso di questi giorni è Francesco D'Agostino, presidente emerito del Comitato nazionale di bioetica.
"E' assolutamente condivisibile l'intervento a caldo del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, il giorno della sentenza della Corte Costituzionale sull'eterologa - spiega D'Agostino all'Adnkronos Salute - ovvero: ci vuole una nuova legge per regolare tante questioni complicate che sono già aperte e che si apriranno". La tipologia dell'episodio del Pertini, infatti, "non era regolato neanche dalla legge 40. Era stata ipotizzata, nella normativa, una fecondazione eterologa illecita, fatta contro la legge stessa, ma non un caso derivante da un errore del personale sanitario. Questa è infatti una fecondazione eterologa 'per sbaglio'. Ci rendiamo conto, quindi, che queste pratiche aprono nuovi scenari di errori sanitari che richiedono una regolamentazione legale".
Per D'Agostino, però, il cuore del problema è che "tutta questa vicenda ha attivato una serie di dibattiti molto intensi, ma con un basso spessore etico". In pratica "la rilevanza bioetica della fecondazione artificiale è stata messa da parte. E' come se la recente sentenza della Corte Costituzionale avesse definitivamente sdoganato, sul piano morale, la pratica. Soprattutto quella eterologa". Per D'Agostino "l'effetto della sentenza sembra essere stato quello di indurre l'opinione pubblica a ritenere una prassi normale la fecondazione artificiale". E così la cronaca e l'attenzione ai problemi di tipo psicologico ed emotivo sono gli aspetti più presenti nel dibattito di queste ore. "Ma - conclude D'Agostino - la vera sostanza resta etica: i bambini che nasceranno da questa donna avranno o no il diritto ad essere informati della loro nascita e sull'identità della loro madre biologica? E' una questione bioetica colossale".