Roma, 9 apr. (Adnkronos Salute) - "Una vittoria della scienza più che della legge e del buon senso". Così Vincenzo D'Anna, biologo, presidente di Federlab Italia (l'associazione di categoria maggiormente rappresentativa dei laboratori di analisi cliniche e dei centri poliambulatori privati, con oltre 2.000 strutture associate presenti su tutto il territorio nazionale) e vicepresidente del gruppo Grandi autonomie e libertà di Palazzo Madama, commenta la sentenza con cui la Consulta ha dichiarato incostituzionale l'articolo della legge 40 che vieta la fecondazione eterologa.
"Da più parti - afferma - si celebra come una vittoria la sentenza della Consulta che abroga il divieto di fecondazione eterologa. Si potranno confezionare bambini con genitori diversi, la qualcosa sotto il profilo scientifico è ben comprensibile stante l'impossibilità di evitare che le acquisizioni e le possibilità fornite dalle moderne tecniche biologiche siano introdotte tra le metodiche in uso".
"C'è da riflettere,però - osserva - quanto sia utile, in nome di un apodittico diritto alla procreazione, stravolgere le leggi della natura e del buon senso e soprattutto assoggettando il nascituro a una condizione di diversità biologica. Un giorno qualcuno dovrà pur rivelare al bambino che uno dei genitori è un'asettica teca che raccoglie ovuli o spermatozoi. E quando i ricchi e i potenti del mondo potranno acquistare gameti biologicamente modificati creando una superiorità genetica che si somma ai vantaggi socio-economici già accumulati avrà termine la parificazione tra gli individui con la nascita di una razza superiore", conclude.