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Fecondazione: D'Avack, si' eterologa argina turismo procreativo, ora cautela

09 aprile 2014 | 17.59
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Milano, 9 apr. (Adnkronos Salute) - L'intervento della Consulta, che ha ritenuto incostituzionale il divieto alla fecondazione eterologa, "ha un pregio: taglia le gambe al turismo procreativo, che ha creato in questi anni non pochi problemi alle coppie che ricorrevano all'eterologa all'estero e rientravano in Italia con un figlio. Ma ora non sarà tutto semplice. Il sì all'eterologa andrà regolamentato affrontando temi molto delicati". Ne è convinto Lorenzo D'Avack, ordinario di Filosofia del diritto all'Università di Roma Tre e vicepresidente del Comitato nazionale di bioetica.

Per il giurista, la decisione della Corte Costituzionale era "scontata. In qualche modo era stata preannunciata. Mi pare che la Consulta si sia inserita in quel filone di pensiero che ritiene fondamentale garantire alcuni diritti fondamentali, i quali risultano invece limitati dal divieto" finora previsto dalla legge 40 sulla fecondazione assistita. "E più precisamente la libertà individuale, il principio di uguaglianza, il diritto alla salute, alla creazione di una famiglia, e alla maternità e paternità".

Ma ora, spiega D'Avack all'Adnkronos Salute, "serve cautela. Sono d'accordo con il ministro della Salute Beatrice Lorenzin sulla necessità di un intervento normativo. Non è possibile procedere attraverso dei meri decreti. Caduto l'articolo 4 della legge 40, occorrerà come minimo una regolamentazione ben precisa della donazione dei gameti e dell'anonimato o meno dei donatori". Questi i temi più spinosi: "Si dovrà valutare - rileva l'esperto - fino a che punto il nato" da fecondazione eterologa "avrà diritto di conoscere le proprie origini biologiche. Ci si potrà limitare a indicazioni concernenti la salute, visto che per molte malattie è necessario risalire ai genitori naturali, o allargare il campo ai nomi e cognomi dei donatori". (segue)

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