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Comunicato stampa

Fecondazione eterologa: donazione e conservazione al centro del Congresso CECOS Italia

25 gennaio 2019 | 15.30
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Fecondazione eterologa: donazione e conservazione al centro del Congresso CECOS Italia

Aumenta il ricorso alle tecniche di fecondazione eterologa, ma permane in Italia una carenza di donatori e in particolare donatrici di ovociti

Prof. Filicori: "In Italia abbiamo la tecnologia avanzata per operare con elevata qualità e tassi di successo assolutamente in linea con i centri esteri, riducendo il fenomeno del turismo riproduttivo"

Bologna, 25 gennaio 2019 - Si chiude oggi a Bologna il Congresso CECOS Italia - Centres d’Études et de Conservation des Œufs et du Sperme - dedicato alla PMA (Procreazione Medicalmente Assistita) eterologa e focalizzato sulle novità medico-scientifiche, legali e sociali legate alla possibilità, sancita dalla Corte Costituzionale con una sentenza del 2014, di ricorrere alla fecondazione assistita da ovociti o spermatozoi donati.

"La PMA eterologa sta assumendo un ruolo sempre più importante nella terapia della sterilità, legata in primis alla posticipazione nella ricerca della gravidanza, una tendenza in atto in Italia e in Europa. Quando l’età femminile è avanzata infatti diventa più difficile, se non impossibile, conseguire il concepimento naturale o con la fecondazione assistita tradizionale (omologa) e questo induce ad un maggior ricorso alla fecondazione eterologa" commenta il Prof. Marco Filicori, esperto internazionale di PMA e Presidente di CECOS Italia.

Tra i numerosi aspetti della PMA eterologa trattati al Congresso, due rivestono un ruolo centrale: le tematiche legate alla donazione e alla conservazione di gameti ed embrioni.

Il nodo della donazione: ancora troppo poche le donatrici di ovociti in Italia
Aumenta il ricorso ad ovociti donati ma non cresce il numero di donatrici. “In Italia ci sono pochissime donatrici, quindi giovani donne-– la legge pone un limite a 35 anni - disposte a sottoporsi alla procedura di stimolazione e prelievo di ovociti per poterli donare ad altre donne” osserva il Prof. Filicori. “Questo genera una forte dipendenza dell’Italia dall’estero per l’ottenimento di ovociti”.
Gli ovociti impiegati in Italia provengono spesso dalla Spagna, che rimane tutt’oggi un punto di riferimento per l’Italia per due motivi principali. Il primo è un fattore fenotipico, in quanto le donne spagnole hanno tratti somatici più simili alle donne italiane rispetto alle donne di altri paesi, e il secondo motivo è che in Spagna vi è un consistente numero di donatrici, fenomeno favorito soprattutto alla legislazione vigente in materia, che fra le altre cose, prevede un rimborso economico per le donatrici di ovociti. “La mancanza della possibilità di rimborso costituisce un grande freno allo sviluppo della donazione di ovociti in Italia. La donazione di spermatozoi è più semplice poiché la procedura è meno invasiva” sottolinea il Prof. Filicori. In entrambi i casi va ricordato che chi dona riceve uno screening completo sullo stato di salute e in particolare sulla salute riproduttiva. La donazione di ovociti, inoltre, non impatta in alcun modo sulla capacità riproduttiva della donatrice, la cui fertilità rimane invariata.
"Auspichiamo una normativa che introduca la possibilità di rimborso economico alle donatrici, come giusta compensazione per il tempo e il disagio a cui vanno incontro, accompagnata da un’adeguata informazione e sensibilizzazione" dichiara il Prof. Filicori.

Tecniche e strumentazioni avanzate aumentano il successo della pratica clinica
Un fattore di enorme importanza per avere procedure ottimali e operare con alta qualità, rivestono le tecniche di congelamento, conservazione e trasporto di ovociti, spermatozoi ed embrioni - dato che la maggior parte provengono dall’estero e spesso sono sottoposti a lunghi viaggi. Per questo si rendono necessarie tecniche all’avanguardia in grado di mantenere il materiale biologico a livello ottimale. “Sul fronte tecnologico, l’Italia è all’avanguardia: le tecniche più innovative di congelamento sono state sviluppate proprio nel nostro Paese e siamo stati in questo senso un punto di riferimento a livello mondiale” ricorda il Prof. Filicori.
L’impiego di tecnologia avanzata è determinante per ottenere embrioni di migliore qualità che offrono maggiori possibilità di gravidanza. Con le corrette strumentazioni è infatti possibile coltivare gli embrioni in modo ottimale, dato rilevante poiché a seconda della maturità degli embrioni i risultati cambiano enormemente. Utilizzare embrioni sviluppati dopo cinque giorni (blastocisti), anziché dopo tre giorni, significa avere embrioni con una potenzialità riproduttiva molto più elevata e operare in tal senso consente di ottiene risultati clinici decisamente migliori e del tutto sovrapponibili a quelli che si ottengono all’estero impiegando ovociti freschi. In questo senso risultano fondamentali, oltre ai mezzi di coltura, i sistemi di incubazione, particolarmente quelli chiusi che consentono di seguire lo sviluppo dell’embrione in maniera ottimale e senza gli stress che possono limitarne lo sviluppo.

Anche sul fronte del congelamento si è registrato un grosso miglioramento nell’ultima decade, passando dalle tecniche di congelamento lento alle tecniche di congelamento rapido. “Oggi la pratica clinica prevede il congelamento attraverso la procedura di vitrificazione - una tecnica di congelamento immediato delle cellule o embrioni in azoto liquido - che aumenta notevolmente la qualità soprattutto degli ovociti crioconservati” chiarisce il Prof. Filicori.

Sul tema del trasporto, diversi studi recenti hanno mostrato come risulti ottimale il trasporto su strada – piuttosto che in aereo – all’interno di contenitori simili a quelli di laboratorio: un aspetto che, come confermato da vari studi, ottimizza la qualità della conservazione.

Infine, parlando della qualità nelle procedure e nella donazione, occorre ricordare come il fattore chiave della qualità della donazione sia l’età della donatrice: non esiste infatti un test in grado di valutare la qualità genetica degli ovociti pertanto l’unico parametro significativo rimane a tutt’oggi l’età della donatrice.

“In Italia vi sono diversi centri PMA che lavorano ad alto livello e con risultati clinici estremamente incoraggianti e del tutto sovrapponibili a quelli raggiunti negli altri paesi europei: questo contribuisce a ridurre la tendenza del turismo riproduttivo, che prima della sentenza della corte costituzionale del 2014 era la norma” ha osservato il Prof. Marco Filicori.

Il Congresso CECOS Italia è stato patrocinato da AOGOI (Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani), PMA.Italia (Fondazione della Fecondazione Medicalmente Assistita), SIFES (Associazione Italiana di Fertilità e Sterilità), SIERR (Società Italiana Embriologia Riproduzione e Ricerca) e SIRU (Società Italiana della Riproduzione Umana).

www.cecos.it

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