Milano, 8 apr. (Adnkronos Salute) - "La sentenza con cui ancora una volta si legittima di fatto il ricorso all'utero in affitto mostra da un lato tutta l'impotenza dei giudici di fronte alle nuove tecnologie, e dall'altro la volontà di non ricorrere alla legge 40 che pure sanziona questo percorso". Lo afferma in una nota Eugenia Roccella, deputata di Ncd. "Se, come dice il giudice, 'la stessa definizione di maternità è ormai controversa' per via dell'avanzamento delle nuove tecnologie, e il diritto non è più in grado neppure di tutelare i diritti del bambino, come gli stessi magistrati ammettono - commenta - allora i giudici ne prendano atto e applichino la legge esistente".
"Nel tentativo di inseguire i presunti progressi tecnologici - osserva ancora Roccella - i giudici sembrano oramai rassegnati ad assistere allo svolgersi degli eventi, rinunciando a tenere conto veramente dei diritti di tutte le persone coinvolte, a cominciare da quello dei bambini di avere un padre e una madre certi, e cioè chi quei bambini ha generato".