Roma, 5 giu. (Adnkronos Salute) - Manca una settimana al via libera definitivo per le coppie che vogliono accedere alla fecondazione eterologa nei centri di Pma (procreazione medicalmente assistita), quando sara' pubblicata sulla Gazzetta ufficiale la sentenza della Corte Costituzionale. Ma a spegnere l'entusiasmo delle associazioni e dei centri di Pma pronti a partire il giorno dopo la pubblicazione e' Giulia Scaravelli, responsabile del registro Pma dell'Iss che all'Adnkronos Salute spiega perche' e' tecnicamente difficile partire subito con l'eterologa in Italia.
"Manca - ricorda l'esperta - il recepimento completo con gli allegati tecnici della normativa Ue sia nella legge 40 che nella 191 del 2007. Non ci sono norme che stabiliscono i criteri di inclusione ed esclusione dei donatori - aggiunge - oppure quanti bambini possono nascere dalla donazione. Principi che in altri paesi Ue sono ben definiti. Aspettiamo poi le motivazioni della sentenza della Consulta, perche' senza questi paletti anche volendo partite subito il primo donatore ci sara' tra 6 mesi".
Di parere opposto e' Antonino Guglielmino, direttore dell'Istituto di medicina e biologia Umr-Hera di Catania che, insieme all'esperta dell'Iss e' tra i relatori oggi a Roma del convegno 'la tutela della salute per le coppie infertili e sterili dopo le sentenze della Corte Costituzionale. "Il 9 aprile scorso la Consulta ha cancellato il divieto di impianto di ovociti e spermatozoi esterni alla coppia - osserva Guglielmino - come prima del 2004 sara' possibile l'ovodonazione e gli uomini fertili potranno donare il proprio seme. Non c'e' un vuoto normativo abbiamo la legge 40 e i decreti legislativi 191 del 2007 e 16 del 2010". (Segue)
