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Pmi: Fedart Fidi, sempre meno credito per artigiani

01 dicembre 2014 | 16.59
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Il credit crunch concentrato solo sulle imprese minori, che rappresentano il tessuto produttivo italiano, rappresenta il vero grave problema per il sistema Paese.

Pmi: Fedart Fidi, sempre meno credito per artigiani

Dal 2010 ad oggi, sempre meno denaro per artigiani e pmi. E il credit crunch concentrato solo sulle imprese minori, che rappresentano il tessuto produttivo italiano, rappresenta il vero grave problema per il sistema Paese. E' quanto emerge dall’anteprima dei dati della ricerca sullo stato del credito realizzata da Fedart Fidi, secondo cui nel 2013 si evidenzia una chiara contrazione dei finanziamenti bancari che beneficiano della garanzia dei Confidi, solo in parte compensata da un impegno più elevato dei Confidi, che per la prima volta negli ultimi anni aumentano la quota di garanzia rilasciata.

Fedart Fidi, la Federazione nazionale unitaria dei Confidi dell’artigianato, promossa da Confartigianato, Cna e Casartigiani, è la Federazione di rappresentanza del maggiore sistema di garanzia in Italia e in Europa e l’unico al mondo tra quelli fondati sul sostegno reciproco tra gli imprenditori.

I Confidi aderenti a Fedart hanno in essere tutt’ora quasi 14 miliardi di finanziamenti garantiti, ma quelli erogati nel 2013 si riducono soli a 5 miliardi (rispetto ai 6 del 2012) e il trend negativo prosegue anche con l’analisi dei dati al 30 giugno 2014. Il patrimonio continua il trend negativo registrato già lo scorso anno, rendendo sempre più necessario un intervento pubblico a sostegno di un sistema che svolge una funzione di natura pubblicistica.

D’altra parte, da un approfondimento condotto dalla Federazione sui bilanci dei Confidi risulta che il sistema sarebbe in equilibrio se inquadrato in un condizioni di mercato fisiologiche. A fronte di un tasso di sofferenza che per la prima volta dall’avvio della crisi raggiunge valori a due cifre anche per i Confidi, oltre che per il comparto artigiano (rispettivamente 12,5% e 15,9%), i bilanci delle strutture risentono di rettifiche che assorbono completamente i ricavi generati dalla garanzia collettiva dei fidi.

E' il direttore di Fedart Fidi, Leonardo Nafissi, che illustra come il dato realmente più preoccupante sia la contrazione dei finanziamenti alle imprese artigiane garantiti dai Confidi: "Dopo un rilevante incremento nella prima fase della crisi, che denota l’impegno del sistema a favore delle pmi, dal 2010 a oggi al comparto viene veicolata una quantità sempre minore di risorse finanziarie garantite dai confidi. Solo nell’ultimo anno -continua Nafissi- si sono contratte di quasi 2 punti percentuali passando dal 18,5% al 16,7%, dato comunque eccellente che attesta l’importanza del sistema nell’accesso al credito delle imprese".

"Il nostro auspicio -sottolinea- è che la ricerca annuale sia un valido punto di riferimento e uno spunto di riflessione per quanti, a iniziare dalle istituzioni pubbliche, siano interessati ad analizzare il fenomeno dell’accesso al credito in Italia e ad aprire una nuova fase di sostegno alle imprese di minori dimensioni. La sfida è quella di intercettare le loro nuove e innovative esigenze e fornire le migliori risposte. Noi ci stiamo provando".

Parole che sono ulteriormente rafforzate da quelle del neo eletto presidente della Federazione, Adelio Ferrari: "Occorre massimizzare le risorse e razionalizzare l'architettura del sistema di garanzie. A partire dal Fondo centrale di garanzia, che va messo in discussione -continua Ferrari- per come si configura in questo momento".

"Auspichiamo una riflessione - osserva - non legata all'urgenza, portata avanti solo a colpi di emendamenti, ma una riforma strutturale e condivisa tra tutti i soggetti interessati. Da parte loro, le banche dichiarano di volersi impegnare nella valorizzazione dei Confidi e riconoscono l'importanza di un accesso congiunto al Fondo centrale di garanzia".

In sostanza, la contro garanzia attraverso i Confidi si conferma ancora una volta la modalità più adeguata a razionalizzare l'utilizzo delle risorse pubbliche, aumentandone l'efficienza e di conseguenza aumentando il numero di imprese beneficiarie di finanziamenti.

Occorre pertanto, si sottolinea, che tutti i soggetti interessati, pubblici e privati, operino in modo sinergico tra di loro per definire una politica pubblica della garanzia a sostegno dell’accesso al credito delle pmi. È fondamentale, si avverte, rendere efficienti ed efficaci gli strumenti pubblici, affinché si rivolgano a quelle imprese che, per quanto sane, si trovano in una situazione di temporanea difficoltà che ne potrebbe addirittura determinare l’uscita dal mercato.

Analogamente, l’azione dei Confidi, i soggetti privati della garanzia, si rivolge alle imprese che sono nella cosiddetta 'zona grigia', ossia che trovano difficoltà a rivolgersi direttamente alle banche per ottenere il credito, perché non possono offrono sufficienti garanzie, e che potrebbero trovare quindi nei Confidi un valido supporto per finanziarsi.

I Confidi, in sostanza, risultano centrali per finanziare quelle imprese che hanno possibilità di sviluppo, ma che si trovano ad avere necessità di credito per portare avanti i propri obiettivi sul mercato.

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