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Comunicato stampa

Federico Neri Finelli: Fine di un’era per le concessionarie di automobili

01 agosto 2022 | 12.02
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Federico Neri Finelli: Fine di un’era per le concessionarie di automobili

Un radicale cambio di paradigma con la vendita online ed i problemi di logistica e distribuzione

Catania, 1 agosto 2022. L’intero settore dell’industria automobilistica, e più nello specifico quello delle concessionarie, sta attraversando un periodo di profonda crisi. “Per il nostro mondo è la tempesta perfetta” introduce l’esperto Federico Neeri Finelli, vicepresidente dell’Associazione europea dei concessionari Peugeot ed amministratore delegato della Cisauto spa: concessionaria ufficiale Peugeot della città di Catania dal 1975, azienda nella stessa sede da 47 anni e punto di riferimento nel mercato locale. Per i suoi due incarichi, Finelli ha incontri con la dirigenza globale e, allo stesso tempo, rappresenta anche l’ultimo anello della catena del sistema dell’automotive. “È finito il mondo nel quale si entrava in concessionaria per vedere la macchina ed acquistarla. Oggi non c’è più la pronta consegna. Si ordina la vettura e ci vogliono sei mesi per averla, in quanto non si riesce più a produrre alcuni componenti delle auto, come i famigerati semiconduttori. I tempi di consegna si allungano a dismisura e non infrequentemente, ed il cliente si deve accontentare di vetture senza determinate dotazioni.

In generale” specifica l’esperto del settore, Finelli, classe 1977 “è in corso una crisi logistica e della supply chain (la gestione della catena di distribuzione, ndr) devastante per l’approvvigionamento dei prodotti. Lungo la catena ci sono colli di bottiglia iniziati come onda lunga del Covid-19 ed ora acuiti dalla guerra. Ma i problemi per il settore vengono da più lontano e sarebbero esplosi anche se non ci fosse stato il blocco pandemico; il Covid ha solo dato un’incredibile accelerazione. Era già in corso, infatti, una dinamica disruptive con l’avvento delle politiche di vendita online delle auto da parte delle case madri, a discapito delle concessionarie. Nei decenni passati siamo stati obbligati, dai Brand e dal mercato, a costruire delle cattedrali per l’esposizione dei veicoli, per poi invece renderci conto che le case madri hanno tutto l’interesse a disintermediare la filiera e a vendere direttamente al cliente. Fenomeno, questo, oggi ancora relativamente marginale ma in fase di incremento. Purtroppo, ovviamente, è una concorrenza impari, e le concessionarie sono spesso oramai blindate in strutture molto costose e si è già andati incontro ad una drastica contrazione degli operatori. I dati dell’Automotive Dealer Report 2022 di Italia Bilanci hanno dato il numero dei concessionari in diminuzione del 45% negli ultimi 10 anni (da 2.207 a 1.220). Per riuscire a sopravvivere nel mercato e mantenere i fatturati, saranno necessari volumi ancora più grandi, nonostante il mercato non raggiungerà più i livelli dei decenni precedenti, e quindi si sta andando verso

strutture plurimarca; quando invece per decenni siamo stati indirizzati ad avere strutture monomarca per salvaguardare le specificità del marchio.

Come ulteriore elemento di rottura con il sistema automotive passato, la Commissione europea sta cambiando le normative che dal dopoguerra ad oggi hanno inquadrato il lavoro dei concessionari, il rapporto con le case madri ed il modo di approcciarsi al cliente. La posizione dei rivenditori sta per essere depauperata, indebolita dall’avvento nel 2023 della nuova BER (Block Exemption Regulation, regolamento di esenzione per categoria, ndr), segnando la fine dell’esenzione verticale del nostro settore che limitava la concorrenza tra case madri e concessionarie. Come aziende locali che lavorano da decenni in questo mercato, trovarsi con un contratto impoverito non è semplice. Passare da venditori ad agenti e ‘consegnatori’ per conto delle case madri, stravolge ogni paradigma. I grandi marchi venderanno comunque le loro vetture online volendo mantenere una rete ufficiale di operatori - che deve rispettare parecchi standard – per garantirsi un punto di contatto fisico ed esperienziale, le consegne e la possibilità che si intervenga in caso di problemi. A quel punto per noi sarà comunque un lavoro più povero; che volumi saranno necessari per mantenere le nostre strutture? Parafrasando il titolo del film dei fratelli Coen, ‘Non è un paese per piccoli’.

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