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Federmeccanica offre avvio graduale nuovo contratto, no sindacati

06 maggio 2016 | 17.00
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Federmeccanica offre avvio graduale nuovo contratto, no sindacati

Riparte il confronto tra Federmeccanica e Fim, Fiom e Uilm, sul rinnovo del contratto dei metalmeccanici. Archiviato lo sciopero generale dei sindacati le parti sono ritornate al tavolo del negoziato ripartendo da quel nodo mai sciolto in questi 6 mesi di trattativa: il salario e la volontà degli industriali di non concedere incrementi che non siano legati ad aumenti di produttività restringendo l'adeguamento all'inflazione in busta paga solo ai quei lavoratori al di sotto di un salario minimo.

Ma oggi, pur ribadendo che l'obiettivo finale, da qui a tre anni, resta questo, Federmeccanica ha proposto una cosa in più: la disponibilità a ragionare su un'introduzione graduale, nel triennio di vigenza, del nuovo impianto contrattuale e del nuovo equilibrio tra contratto nazionale e quello aziendale. Una sorta di 'proposta-ponte' con cui bypassare il muro contro muro che fino ad oggi ha caratterizzato la trattativa con i sindacati e arrivare alla firma.

Ma Fim Fiom e Uilm non raccolgono l'invito. "E' solo una leggera modifica non un'apertura", commenta al termine il leader Fiom, Maurizio Landini mentre il segretario generale Fim, Marco Bentivogli annota come si tratti di "passi in avanti ma non sufficienti". No anche dalla Uilm; "è una proposta che non va bene, non è un'apertura, i livelli contrattuali devono essere due, uno nazionale con aumenti per tutti e uno aziendale con aumenti di produttività", ribadisce per tutti il segretario generale Uilm, Rocco Palombella.

Ma Federmeccanica insiste. "Fermo restando il nostro obiettivo, che è quello di generare ricchezza in azienda e solo dopo distribuirla con la contrattazione aziendale, adeguando all'inflazione quei lavoratori sotto il salario minimo di garanzia, proponiamo di introdurre questo modello con gradualità lavorando tutti insieme alla soluzione", spiega il direttore generale, Stefano Franchi. Ovviamente tutti i tasselli del "rinnovamento contrattuale" disegnato dagli industriali dovranno andare a posto entro il 2018, anno di fine della vigenza contrattuale, ma questo consentirà, spiega ancora Franchi, "di ricercare soluzioni graduali con un approccio condiviso". Al momento comunque dettagli tecnici su come articolare questa 'diluizione' non sono stati forniti. Se ne riparlerà il 18 o il 19 maggio prossimo, data del nuovo round, sempre in ristretta, in cui sarà affrontato nuovamente il capitolo salario.

Nel frattempo sono 4 i tavoli tecnici convocati dalla prossima settimana, 10- 11 maggio e 16-17 maggio con all'ordine del giorno tutti gli altri temi, dal welfare alla partecipazione, dalla formazione all'orario di lavoro. Fim Fiom e Uilm però non leggono questa proposta come un'apertura e confidano che da qui al nuovo incontro qualcosa possa cambiare. "Per noi contratto nazionale e contratto aziendali devono restare separati e il fatto che il contratto nazionale debba erogare salario per tutti è un punto fondamentale. E' evidente perciò che se alla fine di questo calendario serrato di incontri ci ritroveremo senza una mediazione accettabile, dovremo valutare quali iniziative mettere in campo", dice ancora Landini per la Fiom.

"Proposta insufficiente" anche per la Fim. "E' la ricetta di Federmeccanica ad essere sbagliata" prosegue Bentivogli che chiede "un passo diverso del negoziato". Il problema , infatti, prosegue "non è solo la copertura del salario, ma anche l’impostazione contrattuale di Federmeccanica. Per noi il potere d’acquisto dei salari deve riguardare tutti i lavoratori e dovrebbe premiare chi ha fatto la contrattazione e non viceversa". Sul fronte del no anche la Uilm che ribadisce: "il recupero dell'inflazione deve essere per tutti i lavoratori.". In questo senso, perciò, la proposta di Federmeccanica "non è un'apertura perchè nonostante la dilazione di tempo ripropone lo stesso schema". Resta "positivo" comunque, conclude, che "il confronto sia ripreso".

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