Roma, 24 feb. (Labitalia) - Primi segnali di recupero nell'attività produttiva dell'industria metalmeccanica: l'ultimo trimestre 2013 torna a registrare un segno più, 1,1% sul trimestre precedente e 0,7% su base annua, il primo dato positivo dopo oltre dieci trimestri negativi, dal marzo 2011. Una ripresa, che però, "appare debole e non preannuncia una inversione di tendenza", spiega il vicepresidente di Federmeccanica, Roberto Maglione, presentando i dati. Dati, dunque, che dicono che la produzione cresce "ma non strutturalmente".
Un miglioramento "lento", aggiunge Maglione, causato "dal persistere di una sostanziale stagnazione dei consumi interni". Una situazione fotografata da una metafora usata più volte da Federmeccanica: "Siamo alla fine del tunnel? Speriamo che alla fine del tunnel non ci sia una rotonda che ci faccia tornare indietro, come nel gioco dell'oca". "Speriamo, invece, che dopo la rotonda si possa trovare una via d'uscita laterale", sintetizza ancora Maglione. Nel corso del 2013, infatti, complessivamente, la produzione metalmeccanica è diminuita del 2,7% rispetto al 2012 con una flessione della capacità produttiva del 25% e una perdita di utilizzo degli impianti di oltre il 5% per un totale del 30% rispetto ai livelli precedenti alla grande crisi del 2008: un quarto del potenziale produttivo allora in essere, bruciati dalla recessione. E la debolezza della ripresa, oltre che dalla domanda interna, è determinata, per Federmeccanica, anche da "un parziale peggioramento delle dinamiche dell'export calate nel 2013 mediamente dell'1,8% con un picco di crescita nel solo dicembre scorso del 3,2%.
A riequilibrare in qualche modo è il calo delle importazioni, -6%, che ha determinato un miglioramento nell'interscambio di prodotti metalmeccanici passato da circa 60 miliardi del 2012 agli attuali 65 miliardi. Resta 'caldo' ancora anche il fronte del lavoro: il ricorso alla cig risulta in crescita nel 2013 del 7,5% pari a 414 milioni le ore autorizzate rispetto al 2012 per un totale di 226 mila lavoratori coinvolti. Ma è il dato sulla cigs a parlare dello stato di crisi che ancora pervade le imprese.: la cassa integrazione straordinaria è aumentata del 23,5% e il su utilizzo rappresenta il 51% del totale dell'impiego di ammortizzatori sociali. "Questa situazione e l'esiguità della ripresa in atto non lasciano prevedere dunque, almeno nella prima metà del 2014 un'inversione delle tendenze negative che stanno interessando l'occupazione", conclude Maglione.
