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Fermo, Spano (Unar): "Preoccupante crescita delle discriminazioni razziali"

07 luglio 2016 | 18.01
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Francesco Spano, direttore Unar
Francesco Spano, direttore Unar

"Di fronte alla morte di Emmanuel si resta senza parole. L'Italia scopre attraverso un atto terribile che il razzismo non è stato debellato. Il razzismo è una piaga orribile nei cui confronti non si può mai abbassare la guardia". Così Francesco Spano, direttore generale dell'Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) commenta all'Adnkronos l'omicidio di Chidi Namdi a Fermo, sottolineando che si registra "una crescita preoccupante" nell'arco di un anno per quanto riguarda la discriminazione razziale.

"Il 2015 è stato un anno nero per le segnalazioni riguardanti ogni forma di discriminazione (dall'insulto all'utilizzo di stereotipi fino all'aggressione fisica): sono state 1.800 rispetto alle 1.300 del 2014", afferma Spano spiegando che i dati sono stati rilevati attraverso il contact center dell'Unar (che raccoglie le denunce) e l'Osservatorio Unar specificamente dedicato all'hate speech', manifestazioni di odio sui media e sui social network.

Nel dettaglio, nel 2015, sottolinea Spano, "le aggressioni razziste sono state 78 di cui 57 sono sfociate in aggressione fisica mentre 21 sono state aggressioni verbali (insulti razzisti più o meno gravi). Poco più di un terzo delle aggressioni fisiche (20 su 57) ha avuto ad oggetto persone di sesso femminile. Su 57 aggressioni fisiche, 37 sono state compiute in gruppo". L'etnia più colpita è quella marocchina: la comunità (che in Italia è la più numerosa) ha subito 9 aggressioni. Subito dopo quella romena (7 aggressioni); la nigeriana (6 aggressioni) e senegalese (4). Cifre che sono solo la punta dell'iceberg di un fenomeno molto più diffuso ma che non viene alla luce rimanendo spesso isolato in quattro mura domestiche o mai denunciato.

Episodi come quello di Emmanuel, picchiato a morte per aver difeso la moglie dagli insulti razziali "richiamano tutti alla nostra responsabilità istituzionali e individuali", ricorda Spano.

Per superare il razzismo "gli anticorpi naturali e sociali" sono cultura, civiltà, educazione, formazione, secondo il direttore Unar, convinto che per "educare al valore della persona, alla diversità e alla convivenza" bisogna cominciare dai banchi di scuola con progetti che valorizzino il rispetto. Tra poche settimane a Castelfranco Emilia si svolgeranno i Mondiali contro il razzismo con tantissimi ragazzi provenienti da diverse nazioni che si sfideranno sui campi sportivi contro razzismo, discriminazioni e sessismo".

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