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Festa dell'Immacolata, Papa chiede alla Madonna "il miracolo della cura"

08 dicembre 2021 | 08.19
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Bergoglio si è recato questa mattina alle 6.15 davanti alla statua mariana nel centro di Roma per un atto di venerazione privato

(Afp)
(Afp)

Il Papa si è recato questa mattina alle 6.15 davanti alla statua mariana nel centro di Roma per un atto di venerazione privato alla Vergine Maria. Lo riporta Vatican news. Alla Madonna, il Pontefice ha chiesto "il miracolo della cura, della guarigione, per i popoli che soffrono duramente per le guerre e la crisi climatica" e "della conversione, perché sciolga il cuore di pietra di chi innalza muri per allontanare da sé il dolore degli altri". Subito dopo, tappa a Santa Maria Maggiore.

Vatican News riporta che in una Roma dormiente, con una temperatura di 4 gradi e il cielo ancora tinto di un blu fosco, l’utilitaria con a bordo Papa Francesco è giunta in Piazza Mignanelli in cui sorge il monumento dedicato all’Immacolata Concezione. Erano presenti solo Vigili del fuoco, qualche negoziante e un piccolo gruppo di fotografi e fedeli. A passo lento e capo chino, con in mano un cesto di rose bianche, il Pontefice, appena sceso dall’auto, si è diretto verso la statua della Vergine Maria, per renderle omaggio nel giorno della Solennità dell’Immacolata.

I Vigili del fuoco hanno deposto una corona di fiori sulla statua della Madonna. La cerimonia, svolta nel rispetto delle misure disposte per il contrasto alla diffusione del virus SarsCoV2, ha visto la presenza del capo Dipartimento dei Vigili del fuoco Laura Lega, del capo del Corpo nazionale Guido Parisi, del comandante di Roma Alessandro Paola. A deporre la corona è stato Alberto Marini, l'ispettore antincendi dei Vigili del fuoco più anziano del comando di Roma, che ha salito i gradini dell’autoscala fino a 27 metri d’altezza per posizionare l’omaggio floreale sulle braccia della Madonna.

MIGRANTI - Dopo l'Angelus da piazza San Pietro il Papa è tornato a parlare dei migranti. "Davanti alla storia, ai volti di chi emigra non possiamo tacere, non possiamo girarci dall'altra parte. A Cipro come a Lesbo ho potuto guardare negli occhi questa sofferenza: per favore guardiamo negli occhi gli scartati che incontriamo, lasciamoci provocare dai visi dei bambini, figli di migranti disperati. Lasciamoci scavare dentro dalla loro sofferenza per reagire alla nostra indifferenza, guardiamo i loro volti per risvegliarci dal sonno dell'abitudine" ha detto Bergoglio.

"Cipro è una perla nel Mediterraneo, di rara bellezza, che però porta impressa la ferita del filo spinato, il dolore per un muro che la divide. A Cipro - ha ricordato il Papa dopo il suo viaggio - mi sono sentito in famiglia, ho trovato in tutti dei fratelli e delle sorelle: conservo nel cuore ogni incontro, in particolare la messa a Nicosia. Il mio augurio per Cipro è che sia sempre un laboratorio di fraternità dove l'incontro prevalga sullo scontro dove si accoglie il fratello soprattutto quando è povero, scartato, emigrato".

"Penso poi con gratitudine alla Grecia, anche lì - ha detto Francesco - ho ricevuto un'accoglienza fraterna. Ad Atene ho sentito di essere immerso nella grandezza della storia, in quella memoria dell'Europa: umanesimo, democrazia, sapienza e fede".

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