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Fiat, Termini Imerese si ferma: in piazza tute blu e cittadini

13 febbraio 2014 | 17.43
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Fiat, Termini Imerese si ferma: in piazza tute blu e cittadini

Termini Imerese si è fermata oggi per la manifestazione generale organizzata da Fim Fiom e Uilm con l'obiettivo di riaccendere l'attenzione di politica ed istituzioni sulla vicenda dell'ex stabilimento Fiat e dell'indotto. Una vertenza che interessa 1.200 operai ai quali a giugno scadrà la Cig, più 174 già licenziati da Lear corporation e Clerprem. Da piazza Stazione fino al Duomo hanno sfilato in cinquemila, tra lavoratori, semplici cittadini, piccoli imprenditori, studenti e parroci che, qualche giorno fa, con una lettera ai fedeli, hanno chiamato a raccolta la comunità.

"Vi chiediamo - hanno scritto i sacerdoti con in testa l'arciprete della città, Francesco Anfuso - di partecipare e far partecipare le persone che incontrerete, certi che il Signore non delude le speranze del popolo che lo invoca con fiducia". Al passaggio dei manifestanti i commercianti, in segno di solidarietà, hanno abbassato le saracinesche. In piazza, assieme ai vertici provinciali e regionali dei sindacati confederali e di categoria, c'era anche il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che ha preso parte alla manifestazione nella veste di presidente dell'Anci Sicilia.

Domani è in programma al ministero dello Sviluppo economico un nuovo incontro. Sul tavolo la questione dello stabilimento chiuso dalla casa torinese due anni e mezzo fa. Ma già nel 2009 il Governo nazionale aveva preso atto del piano industriale del Lingotto, che prevedeva la cessazione dell'attività produttiva a Termini Imerese. Da allora nessun progetto di reindustrializzazione, sottolineano i sindacati, ha preso concretamente corpo. E sulla vicenda è intervenuto il segretario della Cisl Sicilia Maurizio Bernava, per il quale "i Governi nazionale e regionale devono sentire il dovere politico e morale di sanare la ferita aperta nell'economia dell'Isola e nella società termitana, dall'abbandono di Fiat".

Di più. Con "atto speciale" il ministro del Lavoro deve mantenere il sostegno al reddito a tutti i lavoratori del comprensorio "fino a quando la riconversione non sarà cosa fatta con nuovi investimenti e investitori e tutti saranno tornati al loro lavoro".

Dal disimpegno di Fiat, rimarca Bernava, sono passati quattro anni durante i quali "Palermo e Roma avrebbero dovuto fare di più per riconvertire l'area con incentivazioni e misure straordinarie: il governo nazionale cercando seriamente sul mercato interno e internazionale investimenti e investitori; quello regionale attraverso la definizione puntuale degli indirizzi di politica industriale dell'accordo di programma, a cui sono destinate ingenti risorse Ue". Ma "nulla è successo e Termini rischia la desertificazione industriale", conclude Bernava.

"Quella di oggi è stata la manifestazione non di qualche lavoratore, non di una parte, ma di un'intera comunità - dice Simone Di Trapani, coordinatore provinciale di Sinistra Ecologia e Libertà Palermo -. Una comunità che, grazie al sacrificio e al lavoro quotidiano, è cresciuta e ha aiutato un'azienda di caratura internazionale a diventare grande, ma che oggi viene dimenticata".

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