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Fiba: imposizione fiscale su banche non ricada su lavoratori

10 aprile 2014 | 15.48
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Fiba: imposizione fiscale su banche non ricada su lavoratori

Roma, 10 apr. (Labitalia) - Il segretario generale della Fiba Cisl, Giulio Romani, dichiara "di condividere pienamente il provvedimento del governo finalizzato a creare maggiori risorse a favore dei lavoratori dipendenti", ma, come si legge in una nota, sostiene che "la decisione di gravare con ulteriori tasse sulla rivalutazione delle quote Bankitalia espone il sistema ad alcune criticità".

"La rivalutazione delle quote di capitale della banca centrale -continua il segretario generale Fiba Cisl- posta al centro di un'accesa polemica politica produce certamente effetti vantaggiosi per i bilanci delle banche proprietarie delle stesse, ma la pesante tassazione che ne consegue aggrava nell'immediato i conti economici e determina una forte uscita di liquidità".

La concomitanza del provvedimento con l'asset quality review in corso da parte dell'Eba nei confronti delle banche preoccupa la Fiba Cisl: "Qualunque peggioramento della valutazione economico/patrimoniale delle stesse ne deteriorerebbe ulteriormente la capacità creditizia, ricadendo inevitabilmente sulle piccole e medie imprese affidate e, quindi, sull'economia del Paese. Chiediamo quindi al governo -continua il sindacato- di farsi carico nelle sedi opportune di tale problematica, agendo affinché le specificità del tessuto economico e del sistema creditizio italiani siano tutelate, a prescindere dalla fredda logica di parametri numerici europei non applicabili allo stesso modo a realtà economiche e sociali assolutamente diverse". "Quanto al contratto dei bancari in scadenza -conclude Romani- rivendichiamo sin d'ora, che, qualunque sarà la definitiva decisione del governo, non accetteremo che questo provvedimento venga 'spesato' dalle banche sui lavoratori: ricordiamo ai banchieri che in nessuna sede si sono detti disponibili a ritornare al proprio personale gli effetti positivi delle rivalutazioni e, quindi, non vediamo perché dovrebbero invece far gravare sul loro contratto l'aumento dell'imposizione fiscale inizialmente prevista che, comunque, non elimina, nel medio termine, il vantaggio complessivamente conseguito. Non siamo disponibili a trasformare in beffa per i bancari un provvedimento, giusto e necessario, finalizzato a pagare di più il lavoro!".

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