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Fidel Castro, le frasi celebri che hanno segnato la sua vita politica

26 novembre 2016 | 14.26
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(Fotogramma)
(Fotogramma)

Come oratore eccezionale capace di calamitare l'attenzione di milioni di persone con la sua retorica infuocata, nonché con discorsi improvvisati che potevano durare per ore, Fidel Castro ha pronunciato molte frasi memorabili, capaci di tracciare la cronologia di una carriera politica segnata da lotte drammatiche e contraddizioni.

Tra le più note: "Condannatemi, non importa: la storia mi assolverà" (ottobre 1953, condannato per il suo ruolo nell'assalto alla caserma Moncada); "Abbiamo bisogno di molti Robespierre a Cuba" (Marzo 1954); "Ci sarà molto tempo in seguito per schiacciare tutti gli scarafaggi insieme". (Aprile 1954); "Neppure i morti possono riposare in un paese oppresso" (1958).

E ancora: "Non sono mai stato né sono un comunista. Se lo fossi avrei abbastanza orgoglio per dichiararlo". (Maggio 1958); "Una dittatura dovrebbe sostituire un governo provvisorio mentre mostra un carattere completamente civile per aiutare a normalizzare il paese, che dovrebbe tenere elezioni generali entro un anno". (Maggio 1958); "Il potere non mi interessa. Dopo la nostra vittoria voglio tornare alla mia città e continuare la mia carriera di avvocato" (1958); "Questa rivoluzione è verde come le palme" (Gennaio 1959); "Io sarò l'uomo più odiato a Cuba" (8 gennaio 1959).

Era invece il 16 aprile 1961 quando disse "Abbiamo effettuato una rivoluzione, una rivoluzione socialista sotto il naso degli Stati Uniti". Mentre in un discorso diretto agli intellettuali del paese nel mese di agosto dello stesso anno affermava: "All'interno della rivoluzione, tutto. Senza la rivoluzione, niente"; "Sono un marxista-leninista e sarò un marxista-leninista fino alla fine della mia vita" (1 dicembre 1961); "Sono sempre stato un ammiratore di Cristo, perché è stato il primo comunista: ha moltiplicato pani e dei pesci, che è quello che vogliamo fare" (1975).

Passando agli anni '90, il 18 luglio 1991 Castro affermava: "Non siamo mai stati in grado di raggiungere i nostri obiettivi per conto nostro, nonostante le vaste risorse naturali in nostro possesso e l'intelligenza della nostra gente. Avremmo potuto essere tutto, ma invece ci sono nulla"; "Io non sono eterno. Tutto è relativo e anche la vita ha i suoi limiti"; (13 agosto 1996); "Chi cade, chi muore, la Rivoluzione cubana non scomparirà mai" (1 settembre 1997); "Le nostre prostitute sono le più intelligenti del mondo" (Luglio 1999).

"Difenderemo la nostra indipendenza, i nostri principi e le nostre conquiste sociali con onore fino all'ultima goccia del nostro sangue, se siamo attaccati." (22 settembre 2001); "Non vi è alcun culto della personalità intorno a qualsiasi rivoluzionario vivente, come statue, fotografie ufficiali, nomi di strade o istituzioni. I nostri leader sono uomini, non dèi" (1 maggio 2003); "Le idee per cui ho combattuto per tutta la mia vita non moriranno, vivranno per lungo tempo" (1 maggio 2003).

"Non ho alcun dubbio che il nostro popolo e la nostra rivoluzione lotteranno fino all'ultima goccia di sangue per difendere queste e altre idee che saranno necessarie per salvaguardare questo processo storico", con queste parole Fidel Castro il 31 luglio 2006, dopo l'intervento chirurgico, delega i poteri al fratello Raul.

"La nuova generazione è chiamata a rettificare e cambiare senza esitazioni tutto quello che deve essere rettificato e cambiato... persistere nei principi rivoluzionari è, a mio giudizio, l'eredità principale che possiamo lasciare loro" (18 aprile 2011 al Congresso del Partito Comunista).

E infine, nel suo ultimo discorso, ad aprile 2016, rivolgendosi agli oltre mille delegati al Congresso del partito comunista cubano, preconizzò in un certo senso la sua morte: "Forse questa sarà l'ultima volta in cui parlo in questa stanza. Presto compirò 90 anni. Non mi aveva mai sfiorato una tale idea e non è stato il frutto di uno sforzo, è stato il caso. Presto sarò come tutti gli altri, il turno arriva per tutti, ma le idee dei comunisti cubani rimarranno come prova che su questo pianeta, se si lavora con fervore e dignità, si possono produrre materiali e beni culturali di cui gli esseri umani hanno bisogno. E' necessario combattere senza mai rinunciare".

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