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Università: Federconsumatori, fuori sede spendono fino a 9mila euro l'anno

17 novembre 2014 | 15.14
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I giovani che scelgono un ateneo in una città diversa dalla propria sono circa 600mila nel nostro Paese. Spese più elevate nel Centro Italia rispetto alla media nazionale. Al Sud gli atenei più economici

(Infophoto)
(Infophoto)

Affitto, bollette e tasse universitarie, ma anche trasporti, libri e altro materiale didattico. Uno studente fuori sede costa alla famiglia in un anno dagli ottomila a oltre novemila euro. Il calcolo è di Federconsumatori sulle spese che deve affrontare un giovane iscritto a un corso di laurea Triennale lontano dalla propria città. In Italia i fuori sede sono circa 600mila.

Se il loro reddito rientra nella II fascia (pari o inferiore ai 10.000 euro annui) spendono in media 9.297,47 euro annui, affittando una stanza singola (+4,7% rispetto al 2011) e 8.000,75 euro annui affittando una stanza doppia (+3,12% rispetto al 2011).

Gli studenti fuori sede il cui reddito rientra invece nella III fascia (pari o inferiore ai 20.000 euro annui) spendono in media 9.613,45 euro annui affittando una stanza singola (+4,18% rispetto al 2011) e 8.316,73 euro annui, affittando una stanza doppia (+2,59% rispetto al 2011). Comprese in questa cifra le spese per la casa (non solo l’affitto, ma anche le bollette), i trasporti, i libri, il materiale didattico e le tasse universitarie.

Spese che variano sensibilmente tra Nord, Centro e Sud: quelle più elevate si registrano nel Centro Italia (+9% mediamente rispetto alla media nazionale), soprattutto a causa dei costi degli affitti molto elevati. Gli atenei del Sud, invece, risultano i più economici del 13% rispetto alla media nazionale. Seppur decisamente minori, non sono certamente trascurabili nemmeno i costi da sostenere per mantenere un figlio all’Università in sede, vale a dire nella stessa provincia di residenza, (costi relativi esclusivamente alle spese per lo studio). Se il reddito rientra nella II fascia spendono in media 1.504,04 euro, +11,72% rispetto al 2011. Se è, invece, nella III fascia spendono in media 1.820,02 €, il +7,78% rispetto al 2011.

"Dallo studio - sottolinea Federconsumatori - emerge chiaramente che mandare un figlio all’università resta un investimento assai costoso per le famiglie, un impegno quasi insostenibile per i redditi bassi, diventato decisamente gravoso anche per quelli medi". "È intollerabile che lo Stato investa così poco sui giovani - denuncia l'associazione - tagliando le già scarse risorse per le borse di studio e mettendo a disposizione alloggi universitari del tutto inadeguati al numero degli studenti fuori sede".

"Oltre a cambiare rotta su tale versante - conclude Federconsumatori - facendo in modo che le condizioni economiche non pregiudichino in alcun modo il diritto allo studio, è fondamentale avviare maggiori controlli sui redditi di coloro che percepiscono le borse di studio, spesso senza averne realmente bisogno".

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