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Filcams Cgil: è crisi profonda per il terziario, effetti devastanti su lavoro

07 aprile 2014 | 18.40
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Filcams Cgil: è crisi profonda per il terziario, effetti devastanti su lavoro

Roma, 7 apr. (Labitalia) - Ripresa o non ripresa, cambio di governo per 'la svolta buona', il settore del terziario è ancora immerso negli anni della crisi, con conseguenze devastanti sul mondo del lavoro. E' quanto emerge dai report sul commercio, turismo e servizi che compongono il progetto denominato 'Osservatorio sul terziario di mercato', ideato e realizzato dal comitato tecnico-scientifico del centro studi sociali della Filcams Cgil, e che la categoria di corso d'Italia presenterà in occasione del proprio ongresso di Riccione dal 9 all'11 aprile.

Il commercio, sottolinea il sindacato, "è segnato dal calo dei consumi delle famiglie: dal livello più alto raggiunto nel 2007, a quello più basso, raggiunto nel 3° trimestre del 2013, essi si sono ridotti in termini reali del 7,3%. Una congiuntura che ha portato una contrazione delle vendite soprattutto nel comparto non alimentare, diminuite del 4,6%, contro un calo di 2 punti dei prodotti alimentari. Le piccole imprese hanno risentito più delle grandi, e alcuni formati, in particolare l'ipermercato, stanno affrontando un periodo particolarmente difficile".

Dinamiche che, sottolinea la Filcams Cgil, "ovviamente si sono riversate sull'occupazione; nel periodo compreso fra il 2007, e il 2012 il settore commerciale ha perso nel complesso 134 mila unità (-4%), che sono però il risultato di una riduzione di 152 mila unità indipendenti e una crescita di 18 mila unità dipendenti". "In termini di occupati (numero di individui impiegati a prescindere dalla prestazione lavorativa), la perdita nel periodo risulta più contenuta, 57,3 mila unità (-1,7%), da ascrivere interamente agli indipendenti", aggiunge.

"Il diverso andamento di unità di lavoro e occupati è spiegabile -sottolinea la nota della Fimcams- sia con una maggiore diffusione del part-time sia con una riduzione delle prestazioni straordinarie. Si mantiene il posto, lavorando meno ore e con una riduzione del salario, e non si può fare altro che accettare questa situazione. Nel turismo, l'anno passato è stato forse il peggiore dell'ultimo periodo, almeno per quanto riguarda gli italiani. Poco lavoro, meno soldi a disposizione e incerte prospettive future in particolare per i giovani: condizioni negative per incentivare la voglia di viaggiare".

"Meno viaggi e vacanze, quindi, o più brevi -spiega la Filcams- per poter spendere meno. Per fortuna, lo scenario del turismo italiano non è fatto solo di domanda in calo, di crisi aziendali, di imprese che chiudono: l'Italia è un paese affascinante, pieno di risorse, e gli arrivi dall'estero non mancano. Russia, Brasile, ma anche Indonesia o Turchia, economicamente più forti, scelgono l'Italia tra le mete dei loro viaggi".

"Imprese instabili, e lavoro più elastico, sono queste le conseguenze: determinato, parziale, stagionale, intermittente fino a diventare 'a chiamata'; l'incertezza e l'aleatorietà dal mercato si è trasferita alle imprese -aggiunge il sindacato- e da queste ai lavoratori. Il sistema turistico, anche se a fatica, sta tenendo, molto meglio di tanti altri comparti dell'economia, e senza il sostegno pubblico, né aziendale né settoriale".

Per la Filcams, sono invece "diverse le dinamiche nei settori dei servizi di pulizia e della ristorazione collettiva che avevano retto discretamente all'impatto della grave crisi scoppiata nel 2007". "Il trend - avverte - è purtroppo ora cambiato e se il 2010 aveva rappresentato l'anno di maggiore espansione dei due settori, nel 2011 si è verificata una sensibile diminuzione in termini di occupazione e fatturato, parzialmente recuperato nel 2012. Complessivamente, nel biennio 2011-2012 si sono persi quasi 21mila posti di lavoro e quasi mille e 400 milioni di fatturato".

Secondo il sindacato di categoria, "questa situazione sta provocando un alto tasso di incremento di ricorso alla cassa integrazione, ancorché, in valore assoluto, i dati restino di gran lunga inferiori a quanto riscontrabile nei settori dell'edilizia e manifatturiero; anche in questo comparto prevalgono forme di lavoro part-time". Situazione difficile quindi, per l''universo terziario', ancora in balia della recessione. Nella speranza che davvero si possa assistere a un cambio di passo, la Filcams continua il suo impegno per la tutela del lavoro e dei lavoratori", conclude la nota.

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