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Finali Nba, “Forza Marco”. Bargnani e Gallinari tifano Belinelli

02 giugno 2014 | 17.39
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Finali Nba, “Forza Marco”. Bargnani e Gallinari tifano Belinelli

“Forza Marco!”. Marco Belinelli è il primo italiano a scendere in campo nelle Finali Nba. Da giovedì, con i San Antonio Spurs, sfiderà i Miami Heat campioni in carica. La guardia bolognese può contare su due tifosi d’eccezione, Andrea Bargnani e Danilo Gallinari. Il lungo dei New York Knicks e l’ala dei Denver Nuggets sono tra i ‘docenti’ che scenderanno in campo a Roma, fino al 5 giugno, per Basketball without Borders Europe.

“La Finale Nba sarà una serie combattuta e speriamo bellissima. San Antonio lo scorso anno ha un po’ buttato via il titolo perdendo gara 6 che sembrava decisa. Quest’anno gli Spurs vorranno prendersi la rivincita e arrivare fino in fondo: hanno tutte le carte per riuscirci. Miami non la devo scoprire io”, dice Bargnani presentando la serie che si aprirà in Texas. La sfida per il titolo ha, per la prima volta, un protagonista tricolore: “Sono contento ovviamente per Belinelli, è arrivato dove nessun italiano è riuscito ad approdare. E’ eccessivo dire che tiferò per San Antonio. Gallinari, invece, è decisamente per gli Spurs...”, aggiunge il romano.”San Antonio aveva avuto la sua grande occasione già lo scorso anno. Quest’anno, se possibile, i giocatori di coach Popovich sono stati ancora più bravi perché rialzarsi dopo quella sconfitta non era facile. Quest’anno hanno giocato anche meglio. Penso vinceranno loro”, azzarda Gallinari.

“Tifavo per loro già lo scorso anno e ora con Belinelli un motivo in più -aggiunge-. Ha giocato un’ottima stagione spero possa giocare di più di quanto fatto fino a ora in questi playoff”. Bargnani ha chiuso in ampio anticipo la sua stagione per un infortunio al gomito. Gallinari, reduce da una serie di operazioni al ginocchio, non ha messo piede in campo nel 2013-2014. “Sono stato fermo a lungo, ora sto bene ma sono lontano dalla miglior condizione”, dice Bargnani.

”Sto bene e sono pronto per un’estate di lavoro”, fa eco Gallinari. Gli azzurri, nelle ultime settimane, hanno assistito alla bufera che ha investito il mondo del basket a stelle e strisce per le esternazioni di stampo razzista di Donald Sterling, proprietario dei Los Angeles Clippers.

”Il razzismo nel nostro sport non esiste, tranne che per casi sporadici. La Nba è una lega multiculturale, non c’è spazio per il razzismo e per qualsiasi forma di discriminazione”, dice Bargnani. “La Nba ha fatto la scelta giusta”, dice Gallinari appoggiando la linea dura scelta dalla lega con l’obiettivo di estromettere Sterling.

“Il commissioner Adam Silver ha avuto un primo anno molto complicato, la Nba in ogni caso ha il pieno supporto dei giocatori. Io in 7 anni nella lega non ho mai avuto la sensazione che ci potesse essere razzismo. Il nostro è un mondo decisamente sano, all’avanguardia per quanto riguarda i diritti e la convivenza di culture diverse. La Nba, come anche la NFl, è senz’altro un esempio a livello globale”, afferma Gallinari.

L’ala punta a riprendersi un posto al centro dello scacchiere dei Nuggets del prossimo anno: “Quest’anno abbiamo avuto il record di infortuni. Nella prossima stagione vogliamo far bene con questo nucleo di giocatori”.

A New York, Bargnani sta vivendo una ‘rivoluzione’. Phil Jackson è diventato presidente dei Knicks e ora deve scegliere il nuovo coach. “Phil Jackson è un personaggio speciale, ha un enorme carisma e tutto quello che ha fatto in carriera parla per lui. Chiacchierare con lui è un po’ come parlare con Michael Jordan”, dice Bargnani che si appresta ad entrare nell’ultimo anno di contratto. “Cosa ci siamo detti? non posso raccontare tutto...”

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