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Finto ministro Tria tenta truffa a Foa

14 dicembre 2019 | 21.04
LETTURA: 7 minuti

Marcello Foa - (Fotogramma)
Marcello Foa - (Fotogramma)

di Veronica Marino e Assunta Cassiano

Un attacco informatico alla Rai? Un hacker misterioso che ha infettato le caselle di posta elettronica dell'azienda televisiva di Stato? Un tentativo di infiltrarsi nel sistema informatico di Viale Mazzini per rubare dati sensibili? Un mistero legato per caso alla violazione dell'account bancario di Sigfrido Ranucci, conduttore della trasmissione Report? Insomma, cosa c'è dietro il mistero che aleggia da mesi nei piani alti del palazzo della Rai e che, stando ad alcune fonti accreditate, sarebbe all'attenzione della procura di Roma? Perché alcuni consiglieri Rai, meno di una settimana fa, al pari dell'Usigrai (due giorni dopo) hanno sentito il bisogno di chiedere urgenti chiarimenti all'Azienda? Che sta succedendo? L'Adnkronos dopo aver raccolto informazioni ai più alti livelli è arrivata a togliere il velo dal presunto affaire informatico e a scoprire il reale motivo di tanto nervosismo: una truffa (tentata) ai danni del presidente della Rai, Marcello Foa.

Ma andiamo con calma. Il tentativo di truffa sarebbe avvenuto tra aprile e maggio scorsi e avrebbe preso di mira il presidente Foa che sarebbe stato il destinatario di una e-mail il cui mittente si sarebbe presentato come un ministro del precedente governo, Giovanni Tria. Nella mail il finto ministro avrebbe chiesto a Foa il versamento di una somma per un progetto legato al commercio estero italiano. Una richiesta di cui Foa avrebbe messo a parte l’ad Salini. A questo punto le ricostruzioni sull'accaduto si fanno complesse, fatto sta ad un certo punto Salini, dopo alcune verifiche, sarebbe venuto a scoprire che Tria non era Tria, e che quella richiesta di denaro era una truffa, ragione per la quale sia Salini che Foa avrebbero denunciato il tutto all'autorità giudiziaria.

Ma partiamo dall'inizio. Il 15 novembre, quando arrivò da Fnsi e Usigrai la notizia che l’account bancario del conduttore di Report Sigfrido Ranucci era stato violato da un hacker, da ambienti di Viale Mazzini venne fuori che anche altri account aziendali erano stati oggetto di una non meglio precisata truffa informatica. Una coincidenza che sembrò collegata alla vicenda di Ranucci e simile ad essa anche nella forma. In pochi giorni, però, tutto apparve scivolare nell’oblio anche quando il 17 novembre la Repubblica, sempre collegando tutto alla vicenda Ranucci, scrisse fra l'altro di una truffa informatica ai danni dei vertici Rai. E questo, sempre perché sembrò che le due violazioni fossero della stessa pasta.

Ma così evidentemente non era. Il 9 dicembre scorso i consiglieri Rai Borioni e Laganà, auspicando trasparenza sulla vicenda dell’intervista ad Assad, hanno colto l’occasione per chiedere chiarezza anche sul presunto tentativo di truffa informatica ai danni dell’ad Salini e del presidente Foa. "Tentativo di truffa che a quanto apprendiamo – hanno dichiarato – sembra essere addirittura di portata internazionale". Due giorni dopo, l’11 dicembre, ha tuonato il segretario Usigrai, Vittorio Di Trapani, chiedendo "spiegazioni urgenti" sul tema e ritenendo "inaccettabile il silenzio aziendale" sul caso. Spiegazioni che non sono arrivate anche perché, fanno ora sapere ambienti del settimo piano, si è voluto rispettare il segreto istruttorio data la delicatezza degli approfondimenti ancora in corso. Gli stessi ambienti rimarcano come il tentativo non sia andato a buon fine, non vi sia stato nessun danno per l'Azienda, non siano stati violati né compromessi i sistemi informatici aziendali (e tantomeno il computer di Foa). Stando sempre alle stesse fonti il tentativo di truffa non si sarebbe ripetuto, e i vertici avrebbero sporto denuncia. Quanto al Cda e al collegio sindacale sarebbero stati informati nei limiti di quel che era possibile date le indagini in corso.

A tal proposito, a quanto apprende l’Adnkronos, il presidente Foa nelle scorse settimane è stato già ascoltato dagli inquirenti in relazione a questa indagine. Gli investigatori puntano ora ad individuare chi abbia inviato quella mail e a ricostruire se dietro il tentativo di truffa possa esserci un singolo o un gruppo più organizzato che puntava a raggirare anche il numero uno di viale Mazzini.

Non sono mancati i commenti di consiglieri Rai e di esponenti politici. "Se i fatti descritti corrispondessero al vero si tratterebbe di una cosa gravissima per più di una ragione. Il racconto che era stato fatto a noi consiglieri in Cda era molto più asciutto. A questo punto chiederemo a presidente e Ad Rai di dirci se quanto emerso oggi sia veritiero e, nel caso, di darci ulteriori notizie sulla vicenda. Nei termini descritti la vicenda sembra un romanzo di Grisham. Inquietante. Davvero inquietante", dice la consigliera Rai, Rita Borioni. Mentre dal segretario dell’Usigrai, Vittorio Di Trapani, arriva una raffica di domane: “Cosa c'era scritto nella mail ricevuta dal Presidente della Rai Marcello Foa da parte del 'finto' ministro Tria? E perché Foa avrebbe 'abboccato'? Tutti noi riceviamo decine di mail truffa. Alla guida della Rai c'è una persona talmente sprovveduta da cascarci così, mettendo a rischio l'azienda di Servizio Pubblico? O nella mail c'è scritto qualcosa che ha fatto ipotizzare a Foa che fosse vera? E, nel caso, che cosa?". Domande rispetto alle quali, sollecita Di Trapani, “serve totale chiarezza. In ballo – sottolinea – c’è l'azienda di Servizio Pubblico, che ha un ruolo strategico dal punto di vista della sicurezza, e la credibilità di chi siede sulla poltrona di Presidente”.

Anche il consigliere Rai, eletto dai dipendenti, Riccardo Laganà, spinge per la chiarezza: “Sulla vicenda di cui è protagonista il presidente della Rai Marcello Foa apprendo dettagli inquietanti che in consiglio non ci sono stati forniti. È incredibile leggere di un tentativo di truffa ai danni dell'azienda a questo livello. Tentativo sventato, a quanto apprendo, anche grazie all'ad Rai Salini. Leggo che é in corso una indagine della magistratura ma è doveroso che il consiglio venga puntualmente informato degli sviluppi e delle eventuali responsabilità. Sarebbe interessante leggere la famigerata e-mail per capire la portata dell'episodio”.

Ma come se non bastasse, a rendere misteriosa l’intera vicenda arriva una dichiarazione del segretario in Vigilanza Rai, Michele Anzaldi (Iv), che all’Adnkronos racconta: “Da quello che leggo dalla vostra agenzia di stampa e da quello che ho saputo ora da alcune telefonate, la situazione mi pare assai più grave. Il presidente della Rai Marcello Foa, una volta ricevuta l'e-mail, si è spinto molto avanti, proponendo all'Ad Salini di siglare il contratto proposto dal finto Tria e sborsare del denaro. La cosa appare gravissima dal punto di vista sia amministrativo che legale perché non è chiaro per quale ragione un presidente del consiglio di amministrazione della Rai abbia intrattenuto rapporti di questo tipo con il governo, per quale ragione un contratto del genere venga preso in esame da un presidente della Rai senza fare un bando. Che una cosa del genere sia stata proposta poi all'Ad Rai senza prima fare una semplice telefonata al ministero dell'Economia o un'istruttoria, che avrebbe fatto un'azienda anche di piccole dimensioni, è davvero grave".

Non stupisce, dunque, la richiesta netta del senatore Pd Francesco Verducci, componente della Commissione di Vigilanza Rai, che tuona: "C'è stato un tentativo di estorsione ai danni della Rai ad opera di qualcuno che si è finto per l'ex ministro Tria? È quello che emerge oggi dall'agenzia Adnkronos. Vogliamo sapere la verità. Foa e Salini hanno l'obbligo di chiarire in tutti i dettagli e al più presto una vicenda che appare inquietante oltre ogni immaginazione. Foa e Salini non possono tacere, ne va della credibilità loro e soprattutto della credibilità del servizio pubblico. Non possono consentire che il servizio pubblico sia in alcun modo al centro di sospetti gravi. Chiariscano immediatamente questa vicenda di fronte all'opinione pubblica”.

Incredulo il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri: “Ogni giorno la rete pullula di fake, di mail di varia natura, immaginare che persone così avvedute come i vertici della Rai possano prendere in considerazione una fanfaluca del genere, non mi pare verosimile. Se il ministro dell'Economia, chiunque esso fosse, dovesse fare richieste rilevanti che prevedono esborsi, troverebbe i modi per contattarli. Se mi arrivasse mail analoga, mi apparirebbe falsa come la tanta robaccia che tutti i giorni ci tocca cancellare sui nostri iPad. Truffatori veri troverebbero mezzi più efficaci e raffinati, non una cosa così ridicola che anche un bambino archivierebbe per la sua palese falsità”.

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