Fari sui casi di evasione di maggiore entità, favorire l'adempimento spontaneo, più clemenza nei confronti degli errori involontari, guerra all'evasione internazionale: sono questi tra gli elementi-chiave della nuova strategia di contrasto contro l'evasione e l'elusione fiscale dell'Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza, secondo quanto scrive Angelo Cremonese in un editoriale sul 'Sole 24 Ore' confrontando le strategie dei due organi.
Ma a fronte dei punti in comune, ci sono anche "alcune tematiche su cui le strategie delle Entrate e della Guardia di Finanza sembrano non coincidere sono l’attenzione che solo la prima continua a focalizzare sugli studi di settore e il forte divario nell’utilizzo del redditometro", si legge nell'analisi. I fari sono puntati proprio sugli studi di settore: andrebbe "rivista - si osserva nell'editoriale - l’attenzione su strumenti di determinazione del reddito forfetari come gli studi di settore che, anche a causa della perdurante congiuntura economica negativa, hanno perso gran parte della loro attendibilità e rischiano di costituire una tassazione occulta per le piccole imprese già colpite dalla crisi".
Al netto di punti in comune e differenze, la nuova strategia anti-evasione deve fare anche i conti con le strettorie del bilancio pubblico. "Anche a causa delle esigenze di gettito, dettate dal difficile equilibrio delle nostre finanze pubbliche, i dirigenti e i funzionari preposti alle verifiche tributarie sono spesso pressati da budget da rispettare (anche se l’Agenzia nega questo automatismo) che mettono a dura prova i propositi di un atteggiamento imparziale e trasparente".
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