cerca CERCA
Giovedì 25 Aprile 2024
Aggiornato: 15:01
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Fisco, l'economista della Luiss: "Sì a prevenzione piuttosto che repressione"

06 febbraio 2017 | 10.06
LETTURA: 4 minuti

Foto di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Foto di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

Meglio un'azione di prevenzione basata sull'analisi dei dati che sulla repressione affidata all'azione di accertamento fiscale che comporta un dispendio maggiore di risorse uomini e mezzi. Lo scrive sulla prima pagina del 'Sole 24 Ore' l'economista e docente in Scienze delle finanze della Luiss, Angelo Cremonese.

L’acceso dibattito sulla lotta all’evasione innescato dai dati sui 17 miliardi recuperati nello scorso anno, diffusi dall’agenzia delle Entrate, coinvolge politici, studiosi, dirigenti dell’amministrazione finanziaria, della Corte dei conti e, soprattutto, cittadini e imprese, che attendono da anni un efficace contrasto a questo fenomeno per ottenere finalmente un vero allentamento della pressione fiscale, scrive Cremonese.

Una riduzione non marginale delle risorse drenate dallo Stato è senz’altro uno degli stimoli che può contribuire a far ripartire la crescita attraverso maggiori consumi e investimenti privati. L’attenzione mediatica si è concentrata sull’analisi dei risultati, scindendo tra incassi straordinari, come quelli della voluntary, ed entrate ordinarie, ovvero, tra i recuperi prodotti dall’attività di vero accertamento e i cosiddetti controlli automatizzati. Forse l’analisi di maggiore rilevanza andrebbe condotta sulle misure recentemente introdotte, sulla loro efficacia e sui provvedimenti ancora da attuare, aggiunge Cremonese.

L’evasione dell’Iva è, sia per ragioni dimensionali, sia per ragioni di logica contabile, il fenomeno più rilevante e inquietante, anche considerando che il nostro gap Iva è circa il doppio di quello della media Ue. Una novità interessante è senz’altro quella dello split payment che si pone l’obiettivo di eliminare il mancato versamento dell’imposta da parte dei fornitori della pubblica amministrazione. I dati sul gettito recuperato attraverso questo provvedimento non sono però facilmente rilevabili: vanno infatti confrontati i maggiori versamenti effettuati dalla pubblica amministrazione con la riduzione di quelli dei suoi fornitori e dei relativi rimborsi, prosegue Cremonese.

Una misura che va nella stessa direzione è quella del reverse charge, la cui estensione, spiega Cremonese, alle transazioni in cui l’acquirente è un soggetto operante nella grande distribuzione è stata però bocciata dalla Commissione europea. Questa battuta d’arresto, motivata anche da problemi di neutralità che, ad avviso di Bruxelles, si creerebbero in capo ai fornitori della grande distribuzione organizzata, dimostra un’effettiva difficoltà di gestione di questa imposta da parte della nostra Amministrazione finanziaria con i controlli ordinari. L’indicazione che ci fornisce la Commissione riguarda i disincentivi all’evasione, che non possono essere rappresentati soltanto dallo spostamento degli obblighi di versamento allo stadio finale, ma vanno efficacemente attuati lungo tutta la catena di formazione del valore aggiunto a monte del consumatore finale.

Una novità molto discussa, rileva Cremonese, è quella delle nuove modalità trimestrali di comunicazione dei dati Iva che si pone l’obiettivo di consentire, per le transazioni business to business (B2B), di intervenire in modo preventivo sulle forme più evidenti di evasione. La discussione verte sulla fondatezza dei circa nove miliardi di recupero stimati nel prossimo triennio, nonché sui costi a carico dei contribuenti che già sono gravati da un volume di adempimenti imponente e che attraversano un periodo di congiuntura sfavorevole fra i più lunghi della storia recente.

Il credito d’imposta di 100 euro, previsto per i soli contribuenti minori per l’adeguamento dei software, non risolve certamente il problema. Il dato positivo riguarda l’aumento degli incassi grazie ai controlli automatizzati che rappresentano il risultato dello sforzo dell’agenzia delle Entrate di far salire la compliance dei contribuenti attraverso il dialogo e gli avvisi bonari, che consentono di correggere errori e omissioni senza penalizzazioni eccessive in termini di sanzioni, aggiunge Cremonese su Il Sole 24 Ore.

Fra le misure che non si sono attuate per evitare costi ancora maggiori sulle imprese c’è l’estensione al mondo delle vendite al dettaglio, settore ad alto tasso di evasione, delle comunicazioni di spesa. Il tema è molto delicato e non può essere affrontato soltanto con l’allargamento delle forme del contrasto d’interessi. Anche se può sembrare pittoresca, su questo fronte è allo studio l’introduzione di una lotteria degli scontrini che ha portato risultati interessanti per incentivare l’emersione dal sommerso in alcuni paesi del Sudamerica e in Portogallo.

La direzione in cui la nostra amministrazione finanziaria si sta dunque muovendo è quella di puntare più sulla prevenzione basata sull’analisi dei dati che sulla repressione affidata all’azione di accertamento, che comporta un dispendio maggiore di risorse, uomini e mezzi. Questo obiettivo, in linea con quanto raccomandato da Ocse e Fmi, è però fortemente condizionato dalla sfida della nostra Amministrazione fiscale di saper crescere nella capacità di analizzare e interpretare l’immensa quantità di dati a disposizione, conclude l'economista.

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza