L'introduzione di una ritenuta del 20% sui bonifici ricevuti dall'estero configura "un'inversione inquisitoria dell'onere della prova a carico delle persone fisiche, con l'effetto di gravare i contribuenti di oneri amministrativi ingiustificati e, magari, di lucrare sulla distrazione di alcuni di essi". Lo sostiene l'Istituto Bruno Leoni, think tank liberale, in una nota.
"Di questo passo - prosegue l'Ibl - perché limitarsi ai bonifici dall'estero? Non sarebbe più lungimirante sottoporre a ritenuta ogni passaggio di denaro, anche quelli interni ai confini nazionali? E allora perché non prelevare direttamente una quota del 20% dal portafogli di ogni passante?".
"Il fisco italiano - continua l'Ibl - non è molto "garantista", e non lo scopriamo certo oggi: le violazioni dello statuto del contribuente sono sistematiche, il ricorso a forme d'accertamento presuntivo è generalizzato, l'Agenzia delle Entrate gode di poteri sempre più ampi e i diritti di difesa nel contenzioso tributario sono, per dirla nel modo più neutro possibile, compressi. Eppure l'introduzione di una ritenuta automatica del 20% sui bonifici ricevuti dall'estero è sorprendente persino alla luce dei mediocri standard del nostro Paese". (segue)
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