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Fisco, schema riforma ricompatta sindacati, metodo inadeguato serve confronto

14 marzo 2023 | 18.56
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Fisco, schema riforma ricompatta sindacati, metodo inadeguato serve confronto

Un metodo inadeguato che rasenta l'informativa, peraltro "scarsa e sommaria", e che replica il già visto della legge di bilancio 2023. Cgil e Uil ma anche la Cisl bocciano così, al termine dell'incontro a Palazzo Chigi con il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, il vice ministro, Maurizio Leo e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, lo schema di legge delega sul fisco che il governo ha sottoposto loro in vista dell'approvazione da parte del Consiglio dei ministri di giovedì prossimo. No sul metodo e sul merito, dicono ad una voce sola. Una riforma quindi che finisce con il ricompattare i sindacati confederali che sull'operato del governo avevano avuto, fino ad oggi, visioni diverse ma che sommato allo stand by in cui versano da mesi tutti gli altri tavoli di confronto promessi alle parti sociali, dalle pensioni alle morti sul lavoro, dalla non autosufficienza alla stabilità del lavoro, riportano la Cisl accanto alla Cgil nella necessità di valutare una mobilitazione dei lavoratori per scuotere l'esecutivo. Una mobilitazione che sarà al centro anche delle 'considerazioni finali' che Landini sciorinerà dal palco del XIX congresso Cgil che si aprirà domani e al quale, venerdì, interverrà la stessa premier Meloni.

"Non si può a poche ore della convocazione del Cdm convocare le parti sociali per un'informativa sui delega fiscale parziale, sommaria e general generica. Il governo deve istruire invece un tavolo permanente e strutturato oltre che accelerare il confronto sulla previdenza ,sulle pensioni, su salute e sicurezza, sulla non autosufficienza, sul rilancio degli investimenti e sulla qualità e sulla stabilità del lavoro. Diversamente siamo pronti a valutare insieme alla Cgil le iniziative di mobilitazione da mettere in campo a sostegno delle nostre ragioni", denuncia Sbarra al termine dell'incontro abbastanza breve secondi i canoni sindacali, non oltre due ore. "Si parla genericamente di una riduzione delle aliquote ma non sappiamo se si taglia in alto o in basso; si parla di una revisione degli scaglioni ma anche qui nulla ci è stato specificato", dice ancora. Ma è contro la politica riservata alla detassazione dei fringe benefit fino a 3mila euro , messa a suo tempo in campo con il decreto aiuti quater e che il Governo Meloni intende rivedere, l'attacco maggiore della Cisl. "Abbiamo posto l’esigenza di ripristinare i Fringe benefit per come li avevamo negoziati col precedente governo, che erano stati portati a 3mila euro. Oggi sentiamo che c'è un ritorno al passato abbassando il valore dei Fringe benefit a 258 euro", denuncia.

E un no, annunciato da tempo, arriva anche dalla Cgil. "Non siamo assolutamente contenti e soddisfatti dall'incontro ma non lo siamo soprattutto nel merito. Non si tratta così un tema come quello del fisco che riguarda tutto e tutti, non è una questione di parte. Ci troviamo sostanzialmente a 48 ore dal Cdm, è mancato un coinvolgimento ma anche la volontà di un coinvolgimento", spiega la vicesegretaria generale Cgil, Gianna Fracassi, che denuncia lo stile politico perpetuato del governo: "è diventato quasi abituale trovarsi informati su cose già definite, come successo anche per la legge di bilancio contro cui abbiamo indetto uno sciopero generale", ricorda rilanciando l'idea di mobilitazione da mettere in campo a stretto giro di posta. Non meglio sul merito: "riduzione a tre aliquote? non siamo assolutamente d’accordo perchè andrà a favorire i redditi alti e altissimi mentre oggi abbiamo l'85% di lavoratori e pensionati che sta sotto i 35.000 euro lordi".

Bocciata anche la flat tax: "questa operazione è assolutamente fuori dalla dimensione della progressività prevista dalla Costituzione che è sempre quella del '48, non siamo tornati allo statuto Albertino che prevedeva la proporzionalità, e pensiamo che questo sia un terreno assolutamente da rivedere", prosegue. Per non parlare del problema risorse: "questa operazione costa molti miliardi e se sulla sanità gli ultimi dati parlano di una necessità di ulteriori 1,5 mld, una riforma fiscale che abbassi l’imposizione non è coerente con la necessità di sostenere lo stato sociale", dice ancora Fracassi che chiede tra l'altro una "seria lotta all'evasione fiscale" che attualmente langue.

Ma dal governo arriva una "massima apertura al dialogo e al confronto durante tutto l’iter parlamentare di approvazione della delega e dei successivi provvedimenti attuativi”, dice una nota di Palazzo Chigi al termine della giornata rinviando al mittente anche le critiche sul metodo. "Il metodo, quello del dialogo, testimonia la volontà del governo di arrivare a una riforma il più possibile concreta e condivisa", prosegue. La riforma infatti non ha un ruolino di marcia immediata: le tempistiche procedurali prevedono almeno 24 mesi per l'entrata in vigore della Legge delega. Lo annota anche la stessa Uil che se denuncia "la pratica delle informative" dall'altra ricorda come "se ci fosse la volontà il tempo c'è" anche se"resta il fatto che da qualche mese si sarebbe potuto avviare una interlocuzione con i sindacati che avrebbe portato ad un giudizio diverso", come spiega il segretario confederale Uil, Domenico Proietti per il quale comunque " la riformulazione delle aliquote Irpef non da una risposta alle esigenze di taglio del cuneo fiscale. Un taglio di 5 punti che deve avvenire oggi non nell'arco della legislatura".

L'unica voce a favore è quella dell'Ugl. "E' un progetto ambizioso per una riforma complessiva del fisco. Ambizioso nel merito, con una buona parte che riguarda il lavoro anche se dobbiamo attendere di leggere il testo definitivo. E' confermata la no tax area anche su lavoro dipendente e c 'è la riduzione delle aliquote Irpef oltre che una riduzione della decontribuzione per quelle imprese che assumeranno di più: c'è quindi un complesso di interventi sul lavoro che ci sembrano assolutamente in linea con le richieste fatte", conclude Paolo Capone, leader Ugl al termine del l'incontro con il governo. (Alessandra Testorio)

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