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Fitoussi: "impegnarci a fondo sulla sanità, da inizio crisi non è cambiato nulla"

18 dicembre 2021 | 15.20
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L'economista Jean-Paul Fitoussi (Fotogramma)
L'economista Jean-Paul Fitoussi (Fotogramma)

"Il problema importante è capire le priorità. Per ora, più che l'economia, è la salute quello più importante. Non sappiamo ancora se la nuova variante Omicron sarà peggiore di quelle precedenti ma una cosa è certa è che bisogna impegnarci a fondo sulla sanità. Quello che mi irrita di più in questa gestione del Covid è che dall'inizio dalla pandemia non è cambiato nulla. Non abbiamo costruito nuovi ospedali, mancano ancora posti letto di terapia intensiva, apparecchiature e questo nonostante abbiamo avuto il tempo per porre rimedio a questa situazione". Ad affermarlo all'Adnkronos è Jean-Paul Fitoussi, economista, docente emerito all’Istituto di studi politici di Parigi e all’Università Luiss Guido Carli di Roma.

Ora, rileva l'economista francese, "ci ritroviamo come all'inizio" della pandemia: "rischiamo di non avere abbastanza posti letto di terapia intensiva e di avere ospedali sovraccaricati. Non abbiamo risolto la questione. E i governi che non hanno migliorato la situazione sanitaria sono governi incompetenti".

Ancora una volta, osserva Fitoussi, "ci ritroviamo nella stessa situazione in cui le stesse ricette creano gli stessi effetti. Ci siamo ritrovati a fronteggiare la pandemia in questo modo perché per anni abbiamo ridotto le spesi sanitarie per rientrare nei parametri del Patto di stabilità e di crescita e del Fiscal compact. E purtroppo temo che stiamo continuando in questa direzione. Quando impareremo?". Per l'economista francese "serve un sistema sanitario robusto che non abbiamo. Se guardiamo all'economia è evidente che più la situazione sanitaria si aggraverà più le nostre economie saranno colpite. Se non risolveremo il problema sanitario rischiamo, con eventuali nuove restrizioni, di perdere di nuovo la nostra capacità di produzione in termini di capitale fisico e umano".

Per l'economista francese, "servono politiche di bilancio espansive. Solo con misure di bilancio espansive possiamo immaginare di attenuare le ripercussioni economiche di questa nuova variante. Se continueremo solo con la politica monetaria, come è successo in questi anni, potremo evitare drammi ma non risolveremo i problemi, non potremo avere risultati migliori di quelli che finora abbiamo avuto".

In particolare, sostiene Fitoussi, "bisognerebbe cancellare questo dogma del pareggio di bilancio nella Costituzione europea. Ci fa molto male e continua a farlo. Questo dogma è contrario ai nostri interessi e dopo 20 anni dovremmo averlo già capito. Invece continuiamo imperterriti in questa direzione: più che un problema politico abbiamo un problema di dottrina in Europa".

"Dopo la crisi finanziaria - sottolinea Fitoussi - ero ottimista e pensavo che la lezione era stata imparata. Hanno cambiato tutti il loro approccio, negli Stati Uniti, in Giappone, in Cina...In Europa invece no. Sono comunque ottimista e spero che prima o poi capiranno". Chi ci governa, rileva, "ha l'intelligenza necessaria per capire ma per ora restano limitati alla dottrina che hanno imparato. Dovrebbero imparare una nuova dottrina, una nuova politica economica diversa da quella che hanno conosciuto finora. Si chiede ai lavoratori una formazione permanente, anche per loro sarebbe utile una formazione permanente".

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